· Città del Vaticano ·

Per l’ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale

Xi, Putin e Kim
s’incontrano a Pechino

China?s President Xi Jinping (C), North Korea?s leader Kim Jong Un (center-R) and Russia?s President ...
03 settembre 2025

di Guglielmo Gallone

È la prima volta che i leader di Cina, Russia e Corea del Nord s’incontrano insieme. Ed è la prima volta dal 2019 che Pechino prepara una sfilata militare a piazza Tienanmen in cui mostra al mondo i suoi nuovi sofisticati sistemi bellici, tra cui spicca il missile balistico intercontinentale DF-5C, capace di trasportare fino a dieci testate indipendenti e quindi di colpire contemporaneamente più bersagli con una gittata superiore ai 20.000 chilometri. Sono sufficienti questi due elementi per capire che nella parata svoltasi a piazza Tienanmen, in occasione dell’ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, è stata confermata l’esistenza di un ordine mondiale alternativo a quello occidentale. Ambizioso, autosufficiente, capace di investire, specie nell’ambito energetico e militare, e quindi di attrarre, come confermato dalla presenza di 26 leader provenienti da vari Paesi del mondo, in primis dal Sud-Est asiatico e dall’Asia centrale, ma anche dall’Europa.

D’altronde, è stato questo il cuore del messaggio lanciato dal presidente cinese, Xi Jinping: «Oggi l'umanità deve nuovamente scegliere tra pace e guerra, dialogo e scontro», ha detto prima di passare in rassegna tutte le truppe presenti a bordo di una limousine nera decappottabile, circondato da una folla di 50.000 persone. Xi ha inoltre sottolineato che «solo trattandosi reciprocamente come pari, vivendo in armonia e sostenendosi a vicenda, tutti i Paesi e le nazioni possono mantenere la sicurezza comune, eliminare le cause profonde della guerra e impedire il ripetersi di tragedie storiche». In questo senso, Xi ha voluto anche ribadire come «la Cina è una grande nazione che non si lascia mai intimidire da nessuna forza bruta» e, anzi, «il grande rinnovamento della nazione cinese è inarrestabile».

Così, oltre a missili, caccia, armi strategiche terrestri, marittime e aeree, attrezzature avanzate per la guerra di precisione e droni, ieri la Cina ha annunciato anche la costruzione di un nuovo grande gasdotto con la Russia, il Power of Siberia 2. L’accordo è stato firmato a Pechino alla presenza di Xi Jinping e del presidente russo, Vladimir Putin, dopo anni di negoziati. Si tratta di un gasdotto da 50 miliardi di metri cubi annui, destinato a trasportare gas dai giacimenti artici russi — gli stessi che un tempo rifornivano l’Europa — verso la Cina, attraverso la Mongolia. Certamente sostituire del tutto e in poco tempo i vecchi clienti, per Mosca, è arduo; tuttavia, dopo l’invasione dell’Ucraina e il crollo delle esportazioni verso l’Europa, la Russia ha bisogno di trovare nuovi sbocchi per il proprio gas e di mantenere un flusso costante di entrate energetiche, i cosiddetti “petrodollari”. È un’opportunità per rafforzare la propria sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dal gas liquefatto — una volta completato, all’inizio degli anni Trenta, il Power of Siberia 2 coprirà circa un quinto del fabbisogno cinese, diventando un pilastro delle forniture nazionali.

L’intreccio di interessi energetici, militari e strategici è tale che oggi l’asse sino-russo si rafforza, come dimostrato tra domenica e lunedì al vertice della Shangai cooperation organization (Sco) tenutosi a Tientsin. Lo si è visto con la presenza alla parata dei presidenti di Armenia e Azerbaigian, che solo pochi giorni fa avevano siglato un accordo di pace a Washington. E ciò avviene anche con un alleato chiave come la Corea del Nord. Il leader nordcoreano Kim Jong Un è arrivato a Pechino dopo un viaggio di venti ore poiché non ha voluto rinunciare a muoversi col treno blindato appartenente ai suoi predecessori, completamente antiproiettile e con una struttura capace di trasportare guardie del corpo, un’automobile e un elicottero, di resistere anche nel caso di un attacco bomba ma, proprio per questi motivi, incapace di superare i 90 chilometri orari. A margine della parata, Kim e Putin hanno avuto un bilaterale in cui il presidente russo, oltre a ringraziare pubblicamente Pyongyang per le armi e i combattenti inviati a sostegno della guerra in Ucraina, ha definito questa cooperazione una «lotta comune contro il nazismo moderno». Kim ha manifestato totale disponibilità a «fare tutto il possibile per aiutarvi» perché «lo considero un dovere fraterno». La reazione di Trump non si è fatta attendere: «Che il presidente Xi e il meraviglioso popolo cinese possano godere di una grande e duratura giornata di festa», ha scritto sul social network Truth, aggiungedo però di «porgere i miei più sentiti saluti a Vladimir Putin e Kim Jong Un, mentre cospirate contro gli Stati Uniti d’America».