
di Gerardo Alminaza*
Oggi, 1° settembre, celebriamo il Giorno della Creazione, noto anche come Festa della Creazione o Giornata mondiale di preghiera per il creato, insieme ad altre Chiese cristiane. È un giorno per lodare Dio come Creatore, celebrare il grande mistero della Creazione in Cristo e invitare tutti i cristiani a prendersi cura dell’opera di Dio. Sebbene questa celebrazione stia diventando sempre più popolare in tutto il mondo, la storia delle sue origini non è così conosciuta come meriterebbe. È stato dieci anni fa che questa giornata è stata portata all’attenzione della Chiesa universale. Nel giugno 2015, l’enciclica Laudato si’ è stata presentata al mondo. Mentre l’attenzione si concentrava sulla novità della lettera papale, c’era un altro seme piantato in quell’occasione epocale. Un seme che passò inosservato quel giorno, ma che si è poi rivelato di enorme importanza.
Uno dei relatori in quella conferenza stampa era il vescovo ortodosso John Zizioulas di Pergamo, chiamato a un commento poiché l’enciclica citava ampiamente il Patriarca ecumenico Bartolomeo. Zizioulas colse l’occasione per introdurre il significato del 1° settembre come primo giorno dell’anno liturgico e come momento di preghiera e riflessione sulla creazione. Ricordò che nel 1989 gli ortodossi hanno invitato per la prima volta «tutto il mondo cristiano» a pregare insieme in quel giorno speciale. E inaspettatamente rinnovò l’invito: «Non potrebbe diventare una data per questa preghiera per tutti i cristiani?». Un mese dopo il Santo Padre proclamò il 1° settembre come giornata mondiale di preghiera nella Chiesa cattolica.
Se per la maggior parte dei cattolici si trattava di una novità, per noi filippini non lo era affatto. La Conferenza episcopale delle Filippine aveva iniziato a promuovere la celebrazione della Giornata della Creazione già nel 2003. Quell’anno, il presidente della Conferenza — l’allora arcivescovo e ora cardinale Orlando B. Quevedo — pubblicò una lettera pastorale profetica incoraggiando la festa del 1° settembre. In essa si affermava: «Desideriamo far conoscere questo periodo ai nostri fedeli cattolici e riconoscere la Creazione, dono inestimabile dell’onnipotente e amorevole Creatore». Certamente poi, da quando Papa Francesco istituì la giornata di preghiera a livello globale, lo slancio si è accelerato ulteriormente. È diventata immensamente popolare e diffusa.
Nel corso dei decenni, abbiamo constatato che il Giorno della Creazione è un dono prezioso da parte della Chiesa ortodossa, sia un dono pastorale che un dono teologico-liturgico. Da un lato, come sottolineato nella nostra lettera del 2003, la profanazione della Creazione di Dio «è una questione di vita o di morte» per noi nelle Filippine. Non solo siamo preoccupati per la distruzione locale dei nostri ecosistemi, ma forse soprattutto siamo allarmati per l’emergenza climatica globale e per come questa sta mettendo a rischio e devastando le nostre isole. Negli ultimi decenni, gli uragani sono diventati molto più frequenti e mortali e colpiscono soprattutto i più poveri. Il Giorno della Creazione sta aiutando a sanare il nostro rapporto interrotto con il creato, imperativo pastorale esistenziale per molti di noi nel Sud del mondo.
D’altra parte, la festa è anche un dono teologico, che affonda le sue antiche radici nella liturgia ortodossa. Fin dal V secolo, questo giorno simboleggia la creazione del cielo e della terra da parte di Dio. Così, il Giorno della Creazione aiuta a portare il nostro sguardo su un grande mistero della nostra fede che ha ricevuto un’attenzione inadeguata. Come disse Benedetto XVI, «il rinnovamento della dottrina della Creazione e una nuova comprensione dell’inseparabilità della Creazione e della Redenzione sono di suprema importanza». Poiché il legame tra entrambi i misteri è Cristo, il 2025 è un anno ancora più speciale per celebrare la Festa della Creazione, o, ancora meglio, la Festa della Creazione in Cristo. In particolare, ora abbiamo l’elemento aggiuntivo della commemorazione dei 1700 anni del Concilio di Nicea.
Al cuore del Concilio e del Credo c’era proprio la decisiva affermazione della divinità di Cristo. Come proclamiamo nel Credo, «per mezzo di lui tutte le cose sono state create», riecheggiando il Prologo di Giovanni. Il Giorno della Creazione può, o dovrebbe, aiutarci a celebrare in modo molto più consapevole questo aspetto trascurato del mistero di Cristo.
Quest’anno, per la prima volta nella storia, abbiamo un formulario — la Missa pro custodia creationis — che ci permette di celebrare il Giorno della Creazione intorno all’altare, con testi liturgici specifici. Questo primo passo della Santa Sede ci permette di iniziare a sfruttare l’enorme potenziale pastorale e liturgico della giornata, ed è per questo che la nostra conferenza episcopale sta invitando tutte le parrocchie delle Filippine a celebrarla. Quando ci riuniremo attorno alla mensa eucaristica, canteremo con gioia «La terra è piena delle tue creature» (Salmi, 103, 24), spingendoci a prendercene cura, e loderemo Cristo poiché «tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (Colossesi, 1, 16). Inoltre, ringrazieremo il Signore per questo dono bizantino e pregheremo affinché lo Spirito Santo guidi le varie Chiese cristiane a celebrare insieme, in modo ancora più consapevole, il grande mistero della Creazione in Cristo.
*Vescovo della diocesi di San Carlos e presidente della Commissione di pastorale sociale della conferenza episcopale delle Filippine.