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Madri, figlie e segreti:
le donne di «Sotto le foglie»

 Madri, figlie e segreti:  le donne di «Sotto le foglie»  DCM-008
06 settembre 2025

Quand vient l’automne, titolo originale del nuovo film di François Ozon (Sotto le foglie), si apre con una parabola: quella di Maria Maddalena. Una donna ascolta un passo del Vangelo. Un inizio evocativo, spirituale, eppure concreto, che introduce lo spettatore con delicatezza nel cuore del film: il perdono, la colpa e la possibilità di redenzione.

In una tranquilla campagna della Borgogna, Michelle vive una quotidianità solo apparentemente serena. La sua condizione di solitudine appare come una forma di penitenza. Il rapporto con la figlia Valérie è incrinato da un passato mai realmente risolto. L’incidente culinario – una torta ai funghi – sarà la scintilla che farà deflagrare un equilibrio già precario, allontanando la figlia e il nipotino Lucas, cui Michelle è profondamente legata.

A sostenere Michelle rimane l’amica storica Marie-Claude, madre di Vincent, giovane in che sta uscendo dal carcere per un crimine che non viene mai esplicitato. Ozon costruisce attorno a questi personaggi una silenziosa rete narrativa fatta di tensioni trattenute, sguardi e parole ridotte al minimo. Il racconto si muove in un’atmosfera sospesa, dove ogni gesto può avere molteplici letture e ogni relazione è segnata dall’ambiguità.

Ozon non offre risposte: semina dubbi – come si semina nella terra –, obbligando lo spettatore a entrare nei non detti, a immaginare colpe, a ipotizzare alleanze e versioni dei fatti.

Sotto le foglie è un’indagine sottile e raffinata dei legami familiari, dei traumi sommersi, dei segreti che inquinano in modo perverso le nostre relazioni. La sceneggiatura, firmata anche dallo stesso Ozon, evita qualsiasi didascalismo. Nulla viene spiegato: tutto è affidato allo sguardo complice dello spettatore, chiamato a partecipare attivamente al racconto, colmando i vuoti, interpretando i silenzi.

Ozon non giudica i suoi personaggi, non li redime né li condanna. Ne osserva piuttosto le scelte, gli errori, le contraddizioni. Sotto il tono pacato, quasi ovattato, del film, pulsa una crudeltà diffusa, sottile, che si insinua nei rapporti umani come veleno nella terra. Il passato ritorna, non-per farsi solo perdonare: ma per essere riconosciuto.

In conclusione, Sotto le foglie è un film che richiede attenzione, pazienza, sensibilità. Ma ripaga con una visione intensa e profonda, dove Male e Bene convivono, si confondono, a volte si annullano. Perché la verità non è mai ciò che vediamo, ma ciò che scegliamo di vedere. O di nascondere. Appunto, sotto le foglie.

di Patrizia Rossi
Delegata nazionale dei Cinecircoli Giovanili Socioculturali salesiani

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