· Città del Vaticano ·

DONNE CHIESA MONDO

Placet

Dal dono di san Nicola
alla Cina di oggi: la sfida
alla tradizione della dote

 Dal dono di san Nicola alla Cina di oggi:  la sfida alla tradizione della dote  DCM-008
06 settembre 2025

Secondo la tradizione, san Nicola di Bari aiutò tre giovani donne a sfuggire a un destino di prostituzione, donando loro tre sacchi di denaro per garantire una dote e potersi così sposare. Già, la dote, un’usanza che per secoli ha ingabbiato il futuro di intere generazioni di ragazze non abbienti. E che anche in Italia fino al 1975, cioè fino a prima della legge di riforma del diritto di famiglia, rappresentava un obbligo di legge per le ragazze che volevano sposarsi e che erano tenute a “versare” alla famiglia del marito, o a portare nella nuova coppia, una congrua quantità di beni.

Una visione di famiglia, e soprattutto di donna, lontanissima da quella cristiana, che invece ancora oggi, esattamente come al tempo di san Nicola, dona la possibilità a tante giovani di decidere liberamente del proprio futuro.

Accade, per esempio, in Cina (dove, soprattutto nelle zone rurali, la tradizione della dote per le donne che vogliono sposarsi continua a gravare sulle spalle di molte famiglie) grazie a due giovani cattolici che hanno deciso di dire “sì” proprio rinunciando a questo apporto economico. È successo a Taiyuan, nella provincia dello Shanxi, e il gesto dei due giovani ha colpito profondamente anche il vescovo, monsignor Paolo Meng Ningyou, che ha celebrato il matrimonio elogiando il loro coraggio dei novelli sposi.

Durante l’omelia, il vescovo ha infatti ricordato che il matrimonio, secondo la visione cristiana, è un reciproco dono gratuito, fondato sull’accoglienza e sulla cura. Una visione quasi rivoluzionaria in un contesto di forte tradizione, e che la Chiesa cinese continua da tempo a promuovere a livello sociale anche organizzando percorsi di preparazione al matrimonio aperti ai non credenti.

di Sabina Fadel
Vicedirettrice «Messaggero di sant’Antonio»