
Da quando le Nazioni Unite hanno confermato il 22 agosto che la fame a Gaza è un fenomeno volontario e indotto dal blocco degli aiuti umanitari, circa 300 persone inclusi almeno 117 bambini sono morti di inedia. Caritas Internationalis con una dichiarazione torna a denunciare quanto già confermato da tutte le organizzazioni umanitarie: «A Gaza — scrive l’organizzazione umanitaria cattolica — non siamo di fronte a una tragica fatalità, ma al risultato di scelte deliberate e calcolate. Un intero popolo, privato di ogni sostentamento, viene lasciato morire di fronte al mondo intero».
«Questa non è guerra — si legge nel documento —. È la distruzione sistematica di vite civili. L’assedio di Gaza è diventato una macchina di annientamento, sostenuta dall'impunità e dal silenzio, o dalla complicità, delle nazioni più potenti. La carestia qui non è un disastro naturale, ma il risultato di una strategia deliberata: bloccare gli aiuti, bombardare i convogli di cibo, distruggere le infrastrutture e negare i beni di prima necessità. Caritas Internationalis è testimone di questo orrore. I civili, per lo più bambini e donne, vengono affamati, bombardati e annientati. Governi influenti, aziende e multinazionali hanno reso possibile questa catastrofe attraverso il supporto militare, gli aiuti finanziari e la copertura diplomatica. Il loro silenzio non è neutralità, è approvazione.»
Richiamando le parole di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, «O ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno», Caritas Internationalis vede in quello che sta accadendo a Gaza un deliberato attacco alla dignità umana e il collasso di qualsiasi ordine morale. «Ciò che sta avvenendo è contrario non solo ai valori e principi fondamentali dell’umanità, ma avviene in violazione del diritto internazionale e umanitario, inclusa la Convenzione per la prevenzione e repressione del genocidio».
Caritas Internationalis lancia dunque un pressante appello a tutte le persone di fede e coscienza affinché facciano sentire la propria voce, esercitino pressione sui governi e invochino giustizia. Gaza non è in attesa di parole — si legge nel documento — ma di salvezza». Pertanto l’organizzazione chiede un immediato e permanente cessate-il-fuoco, l’accesso incondizionato di aiuti umanitari, il rilascio di tutti gli ostaggi e il dispiegamento di una forza di mantenimento della pace a guida Onu. Tra le richieste sostenute da Caritas Internationalis anche l’azione penale internazionale per chi si sia macchiato di crimini e la fine della presenza illegale di Israele nei territori palestinesi occupati. (stefano leszczynski)