· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della XXII domenica del tempo ordinario (Lc 14,1.7-14)

Il segreto per la felicità

 Il segreto per la felicità  QUO-195
26 agosto 2025

di Nicola Lagioia

Un elemento che a volte viene trascurato nel Vangelo è la propensione alla convivialità. Abbondano le cene e i banchetti. I banchetti di nozze, in particolare. C’è sempre qualcuno che offre da mangiare e da bere (anche solo in senso figurato) e in questo vediamo il segno di una socialità della cui mancanza le nostre vite atomizzate soffrono molto.

Soli, in un periodo di difficoltà, quanto ci piacerebbe che qualcuno ci invitasse a cena! O, più probabilmente, a un matrimonio. Ma quando l’invito scatta e noi ne siamo gratificati, come ci comporteremo giunti nel luogo della festa? Resisteremo alla tentazione di primeggiare? Di mostrarci più interessanti di quanto siamo davvero?

La prima parte di Luca, 14, 1.7-14 è un richiamo contro una delle pratiche in cui oggi tristemente primeggiamo: il pavoneggiarsi. «Non metterti al primo posto perché non ci sia un altro invitato più degno di te». Autoiscritti alla cena di Marck Zuckerberg, sgomitiamo per farci notare. Più, nel profondo, ci sentiamo da meno, più abbiamo la necessità di destare ammirazione. I social hanno fatto esplodere un fenomeno che fa leva sul nostro lato più meschino (e insicuro) sin dall’antichità. Chi avrà il coraggio di cedere il posto? Chi troverà dentro di sé la forza di umiliarsi? Pur essendo il cristianesimo una religione rivelata, una certa praticaccia è caldeggiata (leggi: il ribaltamento delle proprie abitudini). Così, nella seconda parte di questo brano, c’è una possibile soluzione per la prima. A ruoli rovesciati: quando offri un banchetto, si legge, non invitare i tuoi amici per ricevere in futuro da loro lo stesso trattamento. Invita piuttosto i poveri, gli storpi, i ciechi, e chiunque altro non possa contraccambiarti. Fare qualcosa sapendo che non ci sarà contropartita non è solo una via d’accesso al Regno, ma il segreto per rafforzarsi sulla terra e, forse, per essere un po’ più felici. Rafforzati da questa felicità, resisteremo forse alla tentazione di pavoneggiarci. Cambiare, soprattutto dopo una certa età, è difficile. Eppure sapremmo come fare. Le rivoluzioni interiori cominciano spesso da qui.