· Città del Vaticano ·

A colloquio con il vicario apostolico di Aleppo, Hanna Jallouf

I cristiani di Siria
tornano a sperare

S.E. Mons. Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo, Siria, alla 46esima edizione del Meeting per ...
26 agosto 2025

di Stefano Leszczynski

Appena rientrato a Roma dal meeting di Rimini, dove è stato protagonista di un applaudito incontro insieme al ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il vescovo latino della Siria e vicario apostolico di Aleppo, monsignor Hanna Jallouf, sottolinea il progressivo miglioramento della situazione economica e sociale nel Paese.

Il nuovo governo, guidato da presidente Ahmed al-Sharaa, — spiega il presule parlando con i media vaticani — ha avviato un processo politico che include appieno i cristiani nel processo di normalizzazione della vita sociale e nel percorso di ricostruzione del paese. «Le informazioni che arrivano ai media occidentali — dice — danno spesso una prospettiva che non coincide con la realtà che stiamo vivendo. In questo momento storico non si può dire che ci sia una persecuzione contro i cristiani, anzi il governo siriano vuole la nostra partecipazione alla vita politica del Paese e, a dimostrazione di ciò, ha nominato come ministro degli Affari sociali e del lavoro proprio una donna cristiana (la signora Hind Kabawat, n.d.r.)».

Tuttavia, puntualizza il presule, il cambiamento in Siria non può che essere graduale «anche perché ci sono ancora molti interessi contrari alla stabilizzazione del Paese, senza contare quei gruppi che vorrebbero l’istituzione di un Islam radicale».

Tra le preoccupazioni della comunità cristiana di Siria resta, invece, quella di arginare la spinta migratoria soprattutto da parte dei più giovani, che ancora faticano dopo tanti anni di guerra ad immaginare un futuro di pace in patria. «È vero che noi cristiani siamo una minoranza in Siria — dice monsignor Jallouf —, ma dobbiamo avere coscienza del fatto che siamo il sale di questa terra. Il cristianesimo è nato qui e noi dobbiamo rimanere ancorati a questo patrimonio storico della nostra presenza». Il vescovo latino della Siria non manca di ricordare che in passato ci sono state tante difficoltà, ma queste sono state superate rimanendo fedeli al Vangelo: «È vero che tutti vogliono una vita più confortevole, però il Signore non ha mai detto voi dovete essere élite, bensì ha detto beati voi che siete perseguitati per il mio nome».

Monsignor Jallouf è convinto che sia stata proprio la testimonianza di fedeltà al Vangelo e ai valori del cristianesimo che ha permesso ai cristiani della Siria di instaurare un rapporto di franchezza e di apertura con il nuovo governo. «Abbiamo saputo dare testimonianza con il nostro comportamento», spiega il presule, che ricorda anche come recentemente per il Giubileo dei giovani le chiese siriane siano riuscite a far arrivare una propria delegazione. «Per la prima volta la nuova bandiera siriana ha sventolato a Roma e in tutto il mondo. È stata una cosa bellissima. Un segno per dire che anche noi siamo stati presenti. E il messaggio che dobbiamo riuscire a comunicare ai nostri giovani è quello di avere fiducia nel proprio Paese e avere fiducia nella presenza cristiana in Siria».