
Si intitola “Strade di paura: la libertà di religione nel 2024-2025” il nuovo rapporto della Commissione per i diritti umani del Pakistan, organismo statale indipendente che ha voluto attirare l’attenzione sulla crescente violenza contro cristiani, indù e altri gruppi minoritari nel Paese. Il documento offre una panoramica sugli abusi della libertà religiosa e dei diritti delle minoranze che in Pakistan costituiscono, nel complesso, il 5% di una nazione al 95% musulmana.
Tra le questioni cruciali, le uccisioni mirate di ahmadi (credenti di un gruppo che l’islam considera eretico, n.d.r.), la demolizione di luoghi di culto, i linciaggi di persone accusate di blasfemia. La Commissione chiede una riforma delle forze dell’ordine e il rafforzamento dei meccanismi di responsabilità. Il rapporto richiama inoltre l’attenzione sulle conversioni forzate e sui matrimoni precoci di ragazze indù e cristiane, nelle province del Punjab e del Sindh, denunciando l’incapacità di far rispettare le leggi esistenti. Hanno un peso, nota il testo, i “discorsi d’odio” nella pubblica agorà, un indicatore del ridursi della tolleranza nella società. Il Pakistan, si afferma, non ha ancora affrontato «le cause profonde della discriminazione sistemica contro le minoranze religiose».
Desta poi particolare apprensione la alleanza tra associazioni di avvocati e gruppi religiosi estremisti, che rappresenta «una seria minaccia per l’indipendenza della professione legale». Il rapporto denuncia la collusione di funzionari statali nel cosiddetto “business della blasfemia”, fenomeno per cui centinaia di giovani vengono ingannati con messaggi sui social media da un’autentica rete criminale, che utilizza la blasfemia a scopo di ricatto ed estorsione. In tale quadro, si richiede al governo di istituire una commissione indipendente specificamente dedicata ai diritti delle minoranze religiose, tema cruciale per costruire una società realmente giusta, equa e pacifica. (paolo affatato)