· Città del Vaticano ·

La visita di Leone XIV al Santuario della Madonna delle Grazie alla Mentorella

Una supplica
alla Vergine Maria
per la pace e la giustizia

 Una supplica alla Vergine Maria per la pace e la giustizia   QUO-190
20 agosto 2025

Nella serata di ieri il rientro  in Vaticano da Castel Gandolfo


«In questi giorni, quando il mondo chiede una autentica pace con la giustizia, vengo a pregare alla Madonna delle Grazie perché interceda per tutti con la sua benevolenza». È il pensiero che Leone XIV ha scritto sul Libro d’onore del Santuario della Madonna delle Grazie alla Mentorella, nella frazione di Guadagnolo di Capranica Prenestina, diocesi di Tivoli e di Palestrina, unita in persona Episcopi nel 2019. Il Pontefice vi si è recato in visita privata nella mattinata di ieri, martedì 19 agosto, trattenendosi poi con i religiosi resurrezionisti polacchi che animano il santuario.

Guidato dal rettore padre Adamo Dźwigoń, il Papa, portando in dono un calice, ha dapprima sostato in preghiera inginocchiandosi davanti l’altare. Ha poi acceso un cero ai piedi della statua in legno di rovere della Madonna delle Grazie — raffigurante la Madre di Dio con il Bambino Gesù sulle ginocchia —, esprimendo una supplica particolare per la pace nel mondo. Nel trono, accanto alla figura mariana, è collocata la rosa d’argento donata da Benedetto XVI in occasione dei 150 anni di presenza dei padri resurrezionisti alla Mentorella.

Durante la visita all’interno della chiesa, il vescovo di Roma ha ascoltato le spiegazioni di padre Dźwigoń, sostando nel presbiterio davanti la lapide — realizzata nel 2014 e posta sul pilastro a sinistra della statua della Madonna — in memoria di Giovanni Paolo II in cui è rappresentato l’agnello pasquale e nel cui vessillo è contenuta una reliquia del sangue di Wojtyła donata dal cardinale Dziwisz.

Successivamente, accedendovi attraverso uno stretto ingresso, nella grotta di San Benedetto da Norcia Leone XIV ha acceso un secondo cero, simbolo di speranza, invocando l’intercessione del santo patrono d’Europa. Secondo la tradizione, di passaggio da Roma, il santo visse per due anni nella cavità naturale situata a pochi passi dalla chiesa.

Successivamente, percorrendo la Scala Santa, e raggiungendo la cappella di Sant’Eustachio in cui si trova il campanile che reca l’iscrizione «non far da campanaro se il cuor tuo non batte da cristiano», il Pontefice ha tirato la corda facendo suonare le tre campane.

Padre Adamo ha poi accompagnato Leone XIV nella “stanza del Papa”, in cui ad esempio Giovanni Paolo II era solito riposarsi quando, sia da cardinale che da Papa, si recava al santuario. Proprio qui, tra l’altro, il 29 ottobre 1978, pochi giorni dopo l’elezione al soglio di Pietro, Wojtyła effettuò la sua prima visita fuori dalle mura Vaticane. Il rettore ha quindi mostrato a Leone XIV il calice lasciato alla Mentorella dal Pontefice polacco.

Prima di congedarsi, il vescovo di Roma ha anche condiviso il pranzo con i religiosi resurrezionisti: «È stato un incontro molto emozionante ma allo stesso tempo carico di semplicità, di spirito di paternità e di fraternità tra il Santo Padre e noi qui custodi di questo posto», ha raccontato ai media vaticani padre Dźwigoń.

Successivamente, a conclusione del suo secondo periodo di riposo estivo dopo quello di luglio, poco prima delle 21 Leone XIV è partito da Villa Barberini a Castel Gandolfo — dove ha risieduto in questi giorni — per fare rientro in Vaticano. Un’ora prima si era affacciato dal balcone per salutare le tante persone che si erano radunate in strada, in attesa della sua partenza. Era già buio quando poi, a piedi, ha varcato il cancello delle Ville Pontificie e si è fermato a parlare con alcuni fedeli, tornando a invocare la pace e rispondendo ad alcune domande dei cronisti presenti.

In particolare, riguardo ai negoziati per la fine del conflitto in Ucraina, il Papa ha evidenziato che «c’è speranza, ma bisogna ancora lavorare molto, pregare molto e cercare veramente la strada per andare avanti, trovare la pace». Circa eventuali colloqui con alcuni leader ha aggiunto che «qualcuno» lo sente «continuamente». «Preghiamo e cerchiamo come andare avanti» ha esortato.

Sulla sua permanenza a Castel Gandolfo, dove spera di tornare presto, Leone XIV ha poi affermato: «Essere qui è una grazia, sono molto contento dell’accoglienza della gente», ricordando proprio la visita compiuta in precedenza «al santuario della Madonna dove è stato anche Papa San Giovanni Paolo II».

Infine, a una domanda sui suoi primi cento giorni di Pontificato, Papa Prevost li ha definiti «una benedizione di Dio». «Io ricevo tanto, credo molto nelle grazie del Signore e ringrazio tanto per questa accoglienza che ho ricevuto, ringrazio tutti voi» ha concluso, prima di raggiungere l’auto che lo ha riportato in Vaticano. (fabrizio peloni)