
di Giada Aquilino
Siamo «più vicini che mai» ad una guerra nucleare. È l’allarme lanciato da Peter Kuznick, docente di Storia e direttore del Nuclear studies institute presso l’American University di Washington, intervenuto nei giorni scorsi all’evento Tonalestate, l’international summer university animata dall’Opera di Nàzaret che ogni anno ad agosto riunisce tra le alpi trentine e quelle bresciane studenti, docenti, educatori e persone interessate ad affrontare culturalmente la realtà di oggi nel rispetto dei diritti umani, della giustizia e della pace. Nella sessione dedicata agli 80 anni dal lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, Kuznick ha esortato tutti ad essere «ambasciatori di pace» di fronte ad una realtà sempre più minacciata oggi dalla corsa al riarmo, che si gioca soprattutto, ma non solo, tra Stati Uniti, Russia e Cina, e dai pericoli di annientamento del pianeta e di chi lo abita.
Professor Kuznick, al convegno lei ha fatto notare come, di fronte alle minacce nucleari odierne, debba esserci una presa di coscienza sul fatto che quelle di Hiroshima e Nagasaki fossero bombe molto meno potenti rispetto a quelle disponibili oggi. Che pericoli ci sono?
Siamo più vicini che mai alla guerra nucleare, più vicini di quanto lo siamo stati dalla crisi dei missili di Cuba del 1962. Ma se guardiamo a ciò che sta accadendo nel mondo, sembra esserci una maggiore tolleranza nei confronti dell’uso delle armi nucleari. Gli americani stanno pianificando di usare armi nucleari tattiche in caso di guerra con la Cina. Ma al momento non sono solo gli Stati Uniti. La Cina faceva affidamento su un deterrente di 200 armi nucleari, ora ne ha circa 600. E con i piani resi noti, gli Stati Uniti sostengono che la Cina ne avrà 1.000 entro il 2030 e 1.500 entro il 2035. Al picco del 1986, il mondo aveva circa 70.000 armi nucleari: l’anno scorso siamo riusciti a ridurle a circa 13.000. Ma ora la maggior parte dei Paesi sta pianificando di aumentare le proprie scorte. La Gran Bretagna del 40%. La Cina in modo drastico. Ci sono molte pressioni affinché gli Stati Uniti le aumentino. Il Progetto 2025 dell’amministrazione Trump prevede un forte aumento delle armi nucleari statunitensi, abbassando la soglia per il loro utilizzo. I russi hanno recentemente annunciato una nuova politica nucleare che renderebbe molto più facile l’uso delle armi atomiche. Gli Stati Uniti hanno fatto lo stesso. Quindi penso che sia un mondo molto pericoloso. Attualmente solo nove Paesi dispongono di armi nucleari e tutti questi stanno modernizzando i propri arsenali atomici per renderli più efficienti e letali. Ma ci sono poi molti altri Stati che stanno discutendo la possibilità di dotarsi di armi atomiche. In Corea del Sud, ad esempio, il 73% della popolazione vuole che il Paese abbia le proprie armi nucleari. Il primo ministro Shigeru Ishiba in Giappone, quello che era il Paese più antinucleare al mondo prima di adesso, ha affermato che Tokyo dovrebbe avere accesso alle armi nucleari e ha chiesto la creazione di una Nato asiatica. Se l’Iran sviluppa armi nucleari, allora anche l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e la Turchia lo faranno. Potremmo quindi trovarci sull'orlo dell'anarchia nucleare, il che è molto spaventoso. Trump recentemente, dopo aver annunciato ulteriori sanzioni contro la Russia e molte altre nazioni, ha detto che avrebbe inviato due sottomarini nucleari verso la Russia. Quindi, in questo momento, ci sono due uomini al mondo che potrebbero porre fine alla vita sul pianeta, Donald Trump e Vladimir Putin, ma anche Xi Jinping vuole unirsi a loro.
Quanto si è aggravato il quadro di tali armamenti con le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale?
Se l’intelligenza artificiale venisse inserita nella catena di comando nucleare e togliesse le persone da essa sarebbe molto pericoloso. Ci sono stati tantissimi casi in cui gli Stati Uniti, la Russia e altri Paesi hanno ricevuto segnali falsi dai loro sistemi di allerta precoce. Tra il 1960 e il 1979, ci sono stati almeno sette casi in cui gli Stati Uniti hanno ricevuto informazioni su un attacco missilistico in arrivo. Poi nel 1979 e nel 1980, solo in quei due anni, ne ricevettero cinque di segnalazioni consecutive errate. Anche i russi hanno ricevuto informazioni errate simili. Ma fortunatamente avevamo persone che non si sono limitate a lanciare i missili e a dare inizio a una guerra nucleare: hanno controllato più volte e si sono rese conto che si trattava di falsi allarmi. D’altra parte, con l’intelligenza artificiale, le tecnologie sonar e altri nuovi tipi di intelligenze, c’è chi pensa di poter effettivamente vincere una guerra nucleare. Il 20 agosto dello scorso anno sono stati pubblicati due articoli: David Sanger su «The New York Times» ha affermato che gli Stati Uniti stanno pianificando di combattere una guerra nucleare simultanea su tre fronti contro Russia, Cina e Corea del Nord. Lo stesso giorno, il “Bulletin of the atomic scientists” ha pubblicato un articolo in cui si afferma che alcune persone, pianificatori nucleari, non accettano la teoria della deterrenza e pensano che sia possibile combattere e vincere una guerra nucleare e che sia possibile distruggere i sottomarini russi prima che possano lanciare un contrattacco: se cioè si attaccasse per primi la Russia e si cercasse di distruggere le sue armi nucleari, distruggendo poi i suoi sottomarini, Mosca non sarebbe in grado di reagire. Abbiamo già visto questo tipo di ragionamento in passato, ma non ci saranno vincitori in una guerra nucleare. Ora, se guardiamo al pericolo reale, la maggior parte dei piani americani riguarda Taiwan, in caso di intervento della Cina. I leader militari statunitensi, come Philip Davidson, ex capo del comando Usa nell’Indo-Pacifico, hanno detto che la Cina è a 100 miglia da Taiwan. La base statunitense a Pearl Harbor è a 5.000 miglia di distanza. Quindi, se i cinesi dovessero intervenire a Taiwan, gli Stati Uniti impiegherebbero tre settimane per far arrivare le loro navi sul posto: Washington dunque conta su Corea del Sud e Giappone per arrivare lì per primi.
Nel 2019, a Hiroshima, Papa Francesco volle ricordare con forza come sia l’uso sia il possesso delle armi nucleari siano immorali. Papa Leone XIV, proprio negli ultimi giorni, ha esortato ad avere il «coraggio» di deporre le armi, specialmente quelle che possiedono la capacità di «causare una catastrofe indescrivibile». Quanto sono importanti questi appelli?
Sono parole estremamente importanti e indispensabili. Spero che Papa Leone possa assumere una leadership come voce morale, perché vedo Putin che vuole rendere di nuovo grande la Russia, Trump vuole rendere di nuovo grande l’America, Modi vuole rendere di nuovo grande l’India, Xi Jinping vuole rendere di nuovo grande la Cina. Nessuno parla a nome dell’umanità, a nome del pianeta, tranne il Papa. Abbiamo davvero bisogno di persone che la pensino così e parlino a nome di tutti e non di interessi nazionali, locali e provinciali. Dobbiamo far passare il messaggio, ne abbiamo disperatamente bisogno in questo momento.