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La buona Notizia Il Vangelo della xx domenica del tempo ordinario (Lc 12, 49-53)

Fuoco e disordine per qualcosa di più grande

 Fuoco e disordine per qualcosa di più grande  QUO-186
12 agosto 2025

di Lila Azam Zanganeh

Il caos è il crogiuolo di Satana, “l’avversario” in lingua ebraica. Ma qui l’istigatore sembra essere Gesù: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione». L’Evaggélio, la Buona Novella, è pieno di enigmi e paradossi. Nel Vangelo di Luca, Gesù ci dice di essere venuto a portare fuoco e dissenso, non placide fontane e pace. Che cosa sta dicendo in realtà?

Sant’Agostino, in questo famoso passo delle Confessioni, dice: «Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace». È un vocabolario mistico, e il suo balenare e ardere sono una purificazione rituale. Ricorda l’antico fuoco zoroastriano, la fede dalla quale discendono le tre religioni abramitiche.

“Che stress sto vivendo”, dice Gesù come un uomo moderno. Di fatto è stato mandato da Dio per purificare e discernere il vero dal falso. Come Simeone ha predetto a Maria; Gesù è destinato a essere un segno di contraddizione. E noi? Ci conformiamo ai dettami di questo mondo? Aneliamo a un mondo migliore? Perché è questo il messaggio rivoluzionario: bruciare il vecchio ordine esigerà tolleranza e coraggio; raccoglierà divisione e seminerà caos. «D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Quelli che sono con lui e quelli che sono contro di lui. Quelli che ardono nell’intimo e quelli che non lo fanno.

Denis Diderot, nel suo meraviglioso Supplemento al viaggio di Bougainville, fa eco alle parole di Gesù nel Vangelo di Luca. «Guai a chi vuole ripristinare l’ordine», dice. Ordine significa tentazione dell’autorità, esclusione dei più deboli, dell’altro, semplicemente perché il potere secolare può. Brucia, dunque, la tentazione di ripristinare e custodire l’ordine! Accendi il fuoco dell’amore universale, egualitario. L’altro sono, sempre e già, io.

«Io sono fuoco!», dice Gesù. “Io voglio bruciare in tutta la terra, incendiando il mondo intero di questo amore che arde nel mio sacratissimo cuore! Non voglio che ne vada disperso nemmeno un po’!”. Ogni donna e ogni uomo, come anche tutte le creature e tutte le cose, sono i benvenuti a questo banchetto. “Mi consegnerò […] alla solitudine e alla sconfitta se solo questo fuoco spingerà gli uomini oltre i limiti che loro stessi si sono imposti, i confini entro i quali proteggono il proprio interesse. Quanto desidero che evadano dai mondi personali che loro stessi hanno creato ed entrino nel Regno rivelato dal Padre mio!”. Questo fuoco brucerà attraverso le porte del proprio io. È qui che gli ecosistemi mistici di tutte e tre le religioni abramitiche si collegano come fanno, geograficamente, sul Monte del Tempio.

Questo fuoco è anche l’intuizione di un mondo più grande dietro ai limiti delle nostre percezioni; qualcosa che ci sussurra, un accenno. Due mani e un volto che spingono contro l’oscurità, quasi impercettibili ma presenti, occhi spalancati, nella luce del primo mattino. (lila azam zanganeh)