L’80° anniversario dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, ricorso il 6 e il 9 agosto, «ha risvegliato in tutto il mondo il doveroso rifiuto della guerra come via per la risoluzione dei conflitti». Lo ha detto Leone XIV al termine dell’Angelus di ieri, 10 agosto. Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano, il Papa è tornato a invocare la pace globale, esprimendo al contempo preoccupazione per la situazione di Haiti — «sempre più disperata» a causa di violenze e sequestri —, e lanciando un «accorato appello» per la liberazione immediata degli ostaggi.
Quindi, il Pontefice si è congratulato con l’Armenia e l’Azerbaigian che hanno firmato la «Dichiarazione congiunta di pace», con l’auspicio che tale traguardo raggiunto contribuisca in modo stabile e duraturo alla riconciliazione nel Caucaso meridionale.
In precedenza, commentando il Vangelo del giorno, Leone XIV aveva offerto ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti lo seguivano attraverso i media una meditazione sulle opere di misericordia, invitando a «non perdere nessuna occasione per amare». Perché questo è ciò che chiede Gesù: «abituarci ad essere attenti, pronti, sensibili gli uni verso gli altri come Lui lo è con noi in ogni istante».
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