· Città del Vaticano ·

È morto il Cardinale argentino Estanislao Esteban Karlic Arcivescovo emerito di Paraná

Teologo e pastore all’insegna del dialogo

 Teologo e pastore  all’insegna del dialogo     QUO-184
09 agosto 2025

Il Cardinale Estanislao Esteban Karlic, Arcivescovo emerito di Paraná, in Argentina, è morto venerdì 8 agosto 2025. Nato a Oliva, Diocesi di Villa María il 7 febbraio 1926, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale l’8 dicembre 1954. Eletto alla Chiesa titolare di Castro il 6 giugno 1977, era stato nominato Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Córdoba. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 15 agosto successivo. Promosso Coadiutore dell’Arcidiocesi di Paraná il 19 gennaio 1983, era succeduto per coadiuzione il 1° aprile 1986. Aveva rinunciato al governo pastorale dell’Arcidiocesi il 29 aprile 2003. Nel concistoro del 24 novembre 2007, Benedetto XVI lo aveva creato e pubblicato Cardinale del titolo della Beata Maria Vergine Addolorata a piazza Buenos Aires, di cui aveva preso possesso il 2 febbraio 2008. Le esequie e la sepoltura saranno celebrate oggi pomeriggio, sabato 9 agosto, alle 16.30 nella Cattedrale metropolitana di Paraná.

Ricordato soprattutto per il suo operato come presidente dell’episcopato argentino, aveva mostrato la sua preparazione teologica e il suo spirito di pastore impegnato a portare la luce del Vangelo in tutte le dimensioni della vita umana e della cultura. Ne è prova il dialogo iniziato nel 1996 con i rappresentanti di tutti i settori della vita nazionale. I suoi genitori erano di origine croata ed emigrarono in Argentina dopo la Prima guerra mondiale. Membro dell’Azione cattolica argentina in gioventù, aveva completato i suoi studi secondari nel Colegio Montserrat di Córdoba. Dopo aver svolto un anno di studi di Giurisprudenza presso l’Università di Córdoba, nel 1947 era entrato nel Seminario cittadino. Nel 1948 era stato inviato a Roma per studiare Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana dove aveva conseguito la licenza in Teologia e, poi, nel 1965, il dottorato in Teologia. Era stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1954 a Roma dall’Arcivescovo di Paraná, Zenobio Guilland. Ritornato in patria, dal 1955 al 1963 aveva esercitato il suo ministero pastorale a Córdoba ed era stato Superiore della sezione filosofica del Seminario Maggiore dell’Arcidiocesi, nonché professore di Teologia nello stesso Seminario. Dopo aver compiuto ulteriori studi a Roma dal 1963 al 1965, era rientrato in Argentina esercitando il ministero pastorale nell’Arcidiocesi di Córdoba, insegnando nel Seminario locale, nella Facoltà Teologica di Buenos Aires, nell’Università Cattolica di Córdoba e in diversi istituti di formazione.

Nel 1977 era stato eletto alla Chiesa titolare di Castro e nominato Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Córdoba. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale dal Cardinale Raúl Francisco Primatesta, Arcivescovo di Córdoba, nella Cattedrale di Nuestra Señora. Co-consacranti, monsignor Alfredo Guillermo Disandro, Vescovo ausiliare di Córdoba, e monsignor Cándido Genaro Rubiolo, Vescovo di Villa María. Come motto episcopale aveva scelto “Servire”. Il 19 gennaio 1983 era stato promosso Arcivescovo coadiutore di Paraná e Amministratore apostolico “sede plena”, assumendo l’incarico il 20 marzo successivo. Dopo la morte dell’Arcivescovo Adolfo Tortolo, il 1° aprile 1986 era succeduto per coadiuzione alla Sede metropolitana di Paraná. Dei suoi venti anni alla guida di questa Arcidiocesi metropolitana resta un volume che raccoglie tutti i suoi interventi, oltre a una serie di documenti dell’episcopato da lui redatta, fra i quali “Iglesia y Comunidad Nacional” (1981) e “Dios, el hombre y la conciencia” del 1983. Nello stesso anno era stato delegato al Sinodo dei vescovi sul tema “Riconciliazione e Penitenza”. Nel 1987 Giovanni Paolo II lo aveva designato membro del comitato di redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. All’interno della Conferenza episcopale argentina, nel 1979 era stato delegato per la terza Conferenza dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi svoltasi a Puebla, in Messico, delegato della sesta Assemblea generale del Sinodo dei vescovi su “Riconciliazione e penitenza” (1983), presidente della Commissione di fede e cultura, presidente della Commissione per la celebrazione del grande Giubileo dell’anno 2000 (dal 1995), presidente della Commissione di pastorale universitaria (1993-1996), membro della Commissione per la catechesi (1993-1996), secondo vice presidente dell’episcopato (1987-1990) e primo vice presidente dal 1990 al 1996.

Dal 1989 al 2000 aveva inoltre svolto l’incarico di consigliere della Pontificia Commissione per l’America Latina e nel 1992 era stato designato da Giovanni Paolo II relatore alla quarta Conferenza dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi a Santo Domingo; dal 1992 al 1994 era stato presidente della Commissione del Pontificio Collegio Pio Latinoamericano della quale era ancora membro. Nel 1996 era stato eletto presidente della Conferenza episcopale argentina per un mandato di un triennio, subentrando al Cardinale Antonio Quarracino, Arcivescovo Metropolita di Buenos Aires. Con questo incarico il 13 novembre 1998, alla presenza del presidente argentino Carlos Saúl Menem, aveva accolto Giovanni Paolo II nella Chiesa nazionale argentina, in piazza Buenos Aires a Roma. Il Pontefice polacco aveva compiuto la significativa visita in occasione della intronizzazione nella chiesa della statua della Madonna di Luján da lui stesso benedetta l’11 novembre 1995 durante l’ultima visita «ad limina» dell’Episcopato argentino. Karlic veniva confermato presidente dei vescovi argentini per un nuovo mandato nel 1999, ricoprendo tale incarico fino al 2002, quando gli era succeduto Eduardo Vicente Mirás, Arcivescovo Metropolita di Rosario.

Nel maggio 1997 era stato nominato da Giovanni Paolo II Segretario Speciale per l’Assemblea speciale per l’America del Sinodo dei vescovi, svoltasi dal 16 novembre al 12 dicembre dello stesso anno. Aveva inoltre partecipato alla decima Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi dal 30 settembre al 27 ottobre 2001 sul tema «Il Vescovo: Servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo». Il 29 aprile 2003 aveva rinunciato al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Paraná ed era stato nominato Amministratore apostolico “sede vacante”, fino alla presa di possesso del suo successore, l’8 luglio successivo, l’Arcivescovo Mario Luis Bautista Maulión. Il 27 maggio 2004 aveva ricevuto la laurea honoris causa presso la Pontificia Università Cattolica argentina Santa María de los Buenos Aires. Dal 2 al 23 ottobre 2005 aveva partecipato alla XI Assemblea generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema «Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa».

Nel Concistoro del 24 novembre 2007 era stato creato e pubblicato Cardinale del Titolo della Beata Vergine Maria Addolorata a Piazza Buenos Aires, di cui aveva preso possesso il 2 febbraio 2008. Il 18 ottobre 2012 aveva partecipato alla cerimonia tenutasi nei giardini vaticani per celebrare il bicentenario dell’indipendenza dell’Argentina. In quell’occasione era presente, tra gli altri, anche l’allora Arcivescovo di La Plata, Héctor Aguer. Nel 2013, subito dopo l’elezione di Francesco, in un’intervista si espresse così sul Pontefice argentino: «Papa Bergoglio è così come lo vedete. Il tratto del suo carattere è la sincerità. Andrà avanti partendo dal nome che ha scelto, Francesco, per opporsi alle ingiustizie sociali, per sostenere il bene comune, la pace e la difesa del creato».

In un’intervista rilasciata all’agenzia Aica nel febbraio 2021 in vista del suo 95° compleanno il Cardinale aveva fatto un bilancio della sua vita ricordandone i momenti più intensi. Partendo dall’infanzia a Oliva, città allora caratterizzata da una forte immigrazione. «Vivevi davvero in campagna e con tanto entusiasmo per fare bene le cose. La nostra nascita lì ci ha segnato con quel bellissimo spirito della terra argentina». Il ricordo più bello non era legato solo alla famiglia ma anche alla scuola elementare, all’ordine, alla frequenza, «alla vicinanza delle maestre, che abbiamo amato veramente come nostre madri. Questo mi ha segnato e mi ha preparato ad entrare nella scuola secondaria di Córdoba, il Colegio Nacional de Monserrat, senza difficoltà di ammissione». Poi aveva parlato della sua vocazione e del ruolo importante avuto dall’Azione cattolica locale, formata da «ottimi consiglieri», tra cui l’amato padre Reynoso, nella sua formazione spirituale. Ordinato sacerdote a Roma, aveva rammentato come «i vescovi a quel tempo volevano che fossimo formati ad uno spirito ecclesiale universale, e appena poterono inviarono a studiare a Roma un loro seminarista». E così, «mi mandarono a studiare Filosofia insieme a monsignor Angelelli e padre Bordagaray. Lì abbiamo iniziato una formazione meravigliosa, in una Roma molto attiva, con l’ispirazione di Pio XII», e tutto è accaduto secondo la Provvidenza divina, aveva sottolineato.

Nel corso del dialogo aveva anche ricordato come la sua vita e il suo ministero fossero stati segnati da due pilastri fondamentali, che «mi riempiono davvero l’anima»: l’Eucaristia, «l’inizio di tutta la nostra vita cristiana e pastorale e che ho quotidianamente voluto celebrare, anche in questo tempo di difficoltà» non dimenticando «il mistero di Cristo, morte e risurrezione; e, il secondo, aver ricevuto da Dio «la verità del Vangelo e per aver insegnato Teologia per tanti anni: in Seminario, all’Università Cattolica di Buenos Aires», e ogni volta che poteva. «La Teologia — aveva ribadito — con la sua verità mi ha affascinato e continua ad affascinarmi per farmi camminare giorno per giorno nella verità di Dio e nella verità dell’uomo». Una lunga strada che non ha percorso da solo: Karlic aveva ringraziato, nell’intervista, la presenza e l’intercessione dei santi nella sua vita, come san Stanislao e santo Stefano, i santi di cui portava il nome, e san Luigi Gonzaga, che «ai tempi dell’Azione cattolica era un santo molto amato per tutta la luce che la sua persona dava a noi giovani». Ma anche, «per quello che rappresenta la teologia nella mia vita, san Tommaso e sant’Agostino» che, aveva rimarcato, sono «la bellezza della Chiesa, la Chiesa che parla alla gente». Aveva anche elargito un consiglio ai giovani seminaristi, esortandoli a cercare chiarezza nei principi fondamentali ed essergli fedeli in quanto determinanti; e ad avere «passione per la verità che è Gesù Cristo. Solo nella gioia e nella passione dell’amore può fondarsi profondamente la vita cristiana».

Il 10 maggio 2025 era stato ricoverato a causa di un arresto cardiaco e, pochi giorni dopo, sottoposto a un intervento chirurgico per l’impianto di un pacemaker. Dopo l’esito positivo dell’operazione era stato dimesso e trasferito nella casa per sacerdoti “Jesús Buen Pastor” di Paraná per continuare la convalescenza. Qui, il 20 maggio il Porporato, affiliato dell’Ordine di Sant’Agostino, aveva ricevuto la telefonata di Leone XIV che lo aveva ringraziato per il suo servizio alla Chiesa.