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Il presidente ucraino Zelensky: «Nessuna decisione senza di noi»

In Alaska il 15 agosto l’incontro fra Trump e Putin

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09 agosto 2025

di Giovanni Zavatta

Si terrà in Alaska il 15 agosto l’atteso incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin per tentare di trovare un accordo che conduca a una soluzione pacifica a lungo termine del conflitto in Ucraina. Ad annunciarlo è stato ieri sera lo stesso presidente statunitense sul social network Truth. Il consigliere presidenziale russo, Yuri Ushakov, ha confermato l’Alaska come sede dell’incontro parlando — riporta l’agenzia Tass — di «un vertice importante e atteso fra i leader dei due paesi» nel quale si discuterà anche dei rispettivi interessi economici che «si intersecano in Alaska e nell’Artico». Il Cremlino si aspetta che, dopo l’Alaska, il successivo incontro tra Putin e Trump si tenga in territorio russo: «Il corrispondente invito al presidente degli Stati Uniti è già stato consegnato», ha affermato Ushakov.

Ha dunque impresso una significativa accelerazione l’azione diplomatica dell’inviato statunitense Steve Witkoff che nei giorni scorsi è stato ricevuto al Cremlino dal presidente russo Vladimir Putin. Già giovedì Mosca parlava di un «accordo di principio» per un prossimo vertice tra i due leader. Trump, che ha ripetutamente promesso di porre fine al conflitto, negli ultimi mesi ha diverse volte parlato telefonicamente con la controparte russa ma non si è ancora incontrato di persona da quando è tornato alla Casa Bianca il 20 gennaio scorso. I due leader non si vedono faccia a faccia dal giugno 2019 al G20 di Osaka, in Giappone, mentre Putin non mette piede sul suolo statunitense dal settembre 2015, sotto la presidenza di Barack Obama.

Il vertice del 15 agosto in Alaska si svolgerà quindi senza il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha ripetutamente richiesto di avere voce in capitolo. Secondo alcune indiscrezioni Mosca potrebbe chiedere all’Ucraina di cedere quattro regioni parzialmente occupate (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson), oltre alla Crimea, annessa nel 2014, e di rinunciare alle forniture di armi occidentali e a qualsiasi adesione alla Nato. Queste proposte sarebbero inaccettabili per Kyiv che vorrebbe il ritiro delle truppe russe dal suo territorio e garanzie di sicurezza occidentali, tra cui la continua fornitura di armi e il dispiegamento di un contingente europeo a cui la Russia si oppone. «Gli ucraini difendono ciò che è loro. Ovviamente non daremo alla Russia alcuna ricompensa per quello che ha fatto. La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella nostra Costituzione. Gli ucraini non regaleranno la loro terra all’occupante», ha scritto Zelensky su Telegram, ribadendo che «qualsiasi decisione presa contro di noi, qualsiasi decisione presa senza l’Ucraina, sarebbe una decisione contro la pace».

Secondo indiscrezioni del «Wall Street Journal», il presidente russo Putin avrebbe presentato una proposta all’amministrazione Trump per il cessate-il-fuoco che include importanti concessioni territoriali da parte di Kyiv (la cessione della regione orientale del Donbass) e un impegno per il riconoscimento a livello globale delle sue rivendicazioni. E ieri sera Trump ha lasciato intendere che «scambi territoriali a vantaggio di entrambe le parti» sarebbero parte di un possibile accordo fra Russia e Ucraina. «Il popolo ucraino merita la pace ma tutti i partner devono capire cosa sia una pace dignitosa», ha osservato ancora su Telegram il presidente Zelensky, sottolineando che «questa guerra deve finire e deve essere la Russia a porvi fine. È stata la Russia a iniziarla e a trascinarla, ignorando tutte le scadenze. Questo è il problema, non altro».

Nel frattempo non si interrompono gli attacchi armati russi in territorio ucraino. La notte scorsa due missili da crociera e quarantasette droni di vario tipo — rende noto l’Aeronautica militare di Kyiv — hanno colpito le zone di frontiera delle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Donetsk, nonché la cittá di Dnipro. Molti degli ordigni sono stati abbattuti o neutralizzati dalle difese aeree ucraine. Altre bombe hanno provocato quattro feriti nei distretti di Nikopol e Synelnykove e a Chuhuiv.

In un comunicato l’Unicef informa che «durante la prima settimana di agosto, secondo le notizie, un bambino è stato ucciso e almeno quattordici sono stati feriti in Ucraina. Gli attacchi in corso che colpiscono le aree popolate hanno effetti devastanti sui bambini e sulle famiglie. Porre fine agli attacchi. Proteggere ogni bambino», conclude la nota.