· Città del Vaticano ·

Messaggio di Leone XIV ai partecipanti del 36° Festival dei giovani a Medjugorje

Annunciatori di pace e di speranza

 Annunciatori  di pace e di speranza   QUO-180
05 agosto 2025

Camminare insieme «per diventare annunciatori di pace e di speranza». È la consegna affidata da Leone XIV ai partecipanti al 36° Festival dei giovani in corso a Medjugorje, in Bosnia ed Erzegovina, dal 4 all’8 agosto, sul tema «Andremo alla casa del Signore» (Sal 122, 1). Con un messaggio — del quale pubblichiamo una traduzione in italiano dall’originale croato — il Papa esorta i ragazzi e le ragazze a non essere «pellegrini solitari», poiché «la strada verso il Signore si percorre insieme. È questa la bellezza della fede vissuta nella Chiesa». Ecco il testo pontificio.

Cari giovani,

sono molto lieto di rivolgermi a voi, con un messaggio in occasione del 36° Festival che vi riunisce, come ogni anno, a Medjugorje. Provenite da tanti Paesi del mondo: a tutti rivolgo con affetto il saluto del Signore Risorto: «La pace sia con voi!»

In questi giorni meditate sul motto scelto per il Festival: «Andremo alla casa del Signore» (Sal 122, 1). Questa frase ci parla di un cammino, di un desiderio che ci muove verso Dio, verso il luogo della sua dimora, dove possiamo essere veramente a casa, perché lì ci attende il suo Amore. Come si fa a camminare verso la casa del Signore e non sbagliare la strada? Gesù ci ha detto «Io sono la via» (Gv 14, 6): è Lui stesso che ci accompagna, ci guida, ci rafforza lungo il cammino. Il Suo Spirito ci apre gli occhi e ci fa vedere ciò che da soli non riusciremmo a comprendere.

Sulla strada della vita non si cammina mai da soli. Il nostro cammino è sempre intrecciato con quello di qualcun altro: siamo fatti per l’incontro, per camminare insieme e per scoprire insieme una meta comune. Perciò condivido volentieri con voi un pensiero di Sant’Agostino che non parla della casa del Signore come di una meta lontana, ma annuncia la gioia di un cammino vissuto insieme, come popolo in pellegrinaggio: «Andiamo, andiamo! Parlano così fra loro e, accendendosi, per così dire, l’un l’altro, formano un’unica fiamma. E quest’unica fiamma, nata da chi parlando comunica all’altro il fuoco di cui arde» (S. Aurelii Augustini, Enarrationes in Psalmos, PL 37, p. 1619). Che immagine meravigliosa! Nessuno cammina da solo: ci si incita a vicenda, ci si accende a vicenda. Le fiamme dei cuori si uniscono, e diventano un unico grande fuoco che illumina il cammino. Anche voi, giovani, non siete pellegrini solitari. Questa strada verso il Signore si percorre insieme. È questa la bellezza della fede vissuta nella Chiesa.

Attraverso gli incontri quotidiani, possiamo percorrere insieme il nostro pellegrinaggio verso la casa del Signore. A questo proposito, carissimi, sapete bene che viviamo in un mondo sempre più digitale, dove l’intelligenza artificiale e la tecnologia ci offrono mille opportunità. Ricordate: nessun algoritmo potrà mai sostituire un abbraccio, uno sguardo, un vero incontro, né con Dio, né con i nostri amici, né con la nostra famiglia. Pensate a Maria. Anche lei ha intrapreso un viaggio faticoso per incontrare sua cugina Elisabetta. Non era facile, ma lo ha fatto, e quell’incontro ha generato gioia: Giovanni Battista ha esultato nel grembo di sua madre riconoscendo, nel grembo della vergine Maria, la presenza viva del Signore. Sull’esempio di Maria, vi incoraggio perciò a cercare incontri veri. Gioite insieme, e non abbiate paura di piangere con chi piange, come ci dice anche San Paolo: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto» (Rm 12, 15).

Siete arrivati a Medjugorje da molte Nazioni e forse vi sembra che la lingua o la cultura siano un ostacolo all’incontro: abbiate coraggio. C’è un linguaggio più forte di ogni barriera, il linguaggio della fede, alimentato dall’amore di Dio. Siete tutti membra del suo Corpo, che è la Chiesa: incontratevi, conoscetevi, condividete. Solo così, camminando insieme, sostenendoci a vicenda, accendendoci l’un l’altro, arriveremo alla casa del Signore. Che gioia sapere che siamo attesi nella casa del Padre, accolti dal suo amore e che non dobbiamo camminare da soli, ma insieme!

Lungo la strada, se qualcuno di voi sente in sé la chiamata a una vocazione speciale, alla vita consacrata o al sacerdozio, vi incoraggio a non avere paura di rispondere. Quell’invito, che sentite vibrare dentro, viene da Dio, che parla al nostro cuore. Ascoltatelo con fiducia: la parola del Signore, infatti, non solo ci rende davvero liberi e felici, ma ci realizza autenticamente come uomini e come cristiani.

Cari giovani, mentre affido ciascuno di voi a Maria, Madre di Cristo e nostra Madre, vi accompagno con la mia preghiera. La Vergine Santa vi incoraggi e vi guidi lungo il cammino, per diventare annunciatori di pace e di speranza. Di cuore imparto su tutti voi la mia benedizione apostolica.

Da Castel Gandolfo,
9 luglio 2025

Leone PP. XIV