
04 agosto 2025
di Eugenio Murrali
Venivano da due mondi lontani. Si sono incontrati sul palcoscenico. Adriana Asti e Bob Wilson, ognuno a suo modo una rivoluzione. Era il 2008, per la prima volta il regista statunitense, con le sue linee di luce che ferivano il buio, lo definivano, forse lo moltiplicavano, dirigeva un testo di Samuel Beckett, Giorni felici. Adriana Asti, nei panni della protagonista Winnie, svettava, drammatica emergenza di chiarore lattescente, da scaglie nere di crosta terrestre bruciata, poesia e grido rattenuto di solitudine, di disperato ottimismo: Oh! Les beaux jours!. Gesti di divinità arcaica, un’acconciatura da cinema muto anni Venti, capelli a onda, una piuma, e quegli occhi grandi e sfolgoranti con cui sapeva esprimere ogni sfumatura.
L’intellettuale francese René de Ceccatty, autore con lei del ...
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