· Città del Vaticano ·

Ricordo del gesuita Felix Juan Cabasés

Professionalità e laboriosità

 Professionalità  e laboriosità   QUO-177
01 agosto 2025

di Tiziana Campisi

Si è spento ieri, 31 luglio, a Loyola, in Spagna, nel giorno della memoria liturgica di sant’Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù, il padre gesuita Félix Juan Cabasés, storico responsabile, dal 1974 al 1988, della redazione centrale della Radio Vaticana, poi servizio di documentazione. Aveva 94 anni. Nato il 5 novembre 1930 ad Aoiz nella Navarra, in Spagna, è entrato nella Compagnia il 18 settembre 1945, ha pronunciato i voti perpetui vent’anni dopo ed è stato ordinato sacerdote il 26 luglio 1961.

Un uomo «di grandissima laboriosità, molto attento e fedele anche nel rapporto con le persone» lo descrive ai media vaticani il confratello padre Federico Lombardi, già direttore generale della Radio Vaticana e oggi presidente della «Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI». Aveva tanti interessi in molti campi diversi, «grandi capacità di lavoro» e «notevoli doti di scrittore», ricorda il religioso. Ha studiato Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico, a Roma, negli anni sessanta, ha insegnato a Bilbao all’Università di Deusto, gestita dai gesuiti, e ha scritto per la rivista spagnola «Mensajero». Negli anni Settanta è stato mandato dai superiori nella capitale, per prestare servizio alla Radio Vaticana, dove ha lavorato a tempo pieno, continuando a collaborare con diverse testate. «Cabasés rimane il grande costruttore di un sistema di documentazione per la informazione di attualità — spiega padre Lombardi —. Lui aveva studiato in modo molto attento come lavoravano le agenzie, come si basava l’informazione di attualità e nell’emittente pontificia organizzò una redazione centrale poi divenuta Servizio di documentazione in cui una équipe preparava documenti e sussidi che venivano messi a disposizione di tutte le redazioni linguistiche, all’epoca più di trenta».

Di questa organizzazione restano ancora due strumenti «che rimangono tuttora validi», sottolinea il presidente della Fondazione Ratzinger. Il primo è il “Servizio previsioni” degli avvenimenti principali dell’attualità internazionale, della Chiesa e della Santa Sede, affidato a un redattore incaricato di aggiornare costantemente un apposito bollettino. «Questo servizio, fatto in un modo meticoloso e affidabile, raccogliendo continuamente informazioni, era la base della programmazione, anche guardando in avanti, dell’attività di informazione della Radio Vaticana — chiarisce Lombardi —. Fu uno strumento talmente intelligente e ben fatto che anche tutto il mondo dei vaticanisti desiderava riceverlo, perché era assolutamente utilissimo per prevedere e prepararsi in anticipo, raccogliendo informazioni, documentazioni, interviste, per coprire bene gli avvenimenti che erano prevedibili».

Il secondo strumento «è rimasto addirittura legato al suo nome nella storia della informazione vaticana», perché è «una sua invenzione», si tratta del “cabasario”, un sussidio redatto per ogni viaggio papale, per prepararsi alle visite pastorali del Papa e per seguirle meglio. «Eravamo nel tempo di Giovanni Paolo II, con innumerevoli viaggi lunghi, complessi, che erano veramente una parte essenziale del suo pontificato e del suo modo di governo della Chiesa, e Cabasés inventò un fascicolo che descriveva lo svolgimento di ogni visita apostolica del Papa secondo il programma ufficiale e fonti attendibili, che egli del resto poteva consultare da vicino, come padre Tucci (dal 1982 al 2001 organizzatore dei viaggi all’estero del pontefice, ndr) che era anche alla Radio Vaticana», rammenta il gesuita. Cronologicamente, nel “cabasario”, «c’erano tutti gli avvenimenti, ma arricchiti da informazioni: si diceva quali erano i luoghi, gli edifici in cui si sarebbero svolti gli eventi, quali sarebbero state le persone principali che il Papa avrebbe incontrato, i capi di Stato e così via con delle informazioni su ognuno, e poi «il programma dettagliato delle liturgie eccetera». «Uno strumento molto preciso, aggiornato continuamente — evidenzia ancora Lombardi —, che era nelle mani di tutti, a cominciare dal seguito stesso del Papa, che aiutava a seguire con attenzione e a preparare molto bene l’informazione su ogni evento».

Di padre Cabasés, il confratello rimarca anche «la capacità di organizzare meticolosamente un po’ tutto, ma anche di offrire degli approfondimenti molto dettagliati», e inoltre «la precisione, l’attendibilità della sua documentazione, del suo servizio. Non credo di aver conosciuto nessun’altra persona con tanta capacità e precisione, diciamo, scientifica. La sua era una grande professionalità messa al servizio di una missione». Terminato il lavoro alla Radio Vaticana, Cabasés ha insegnato all’Università Gregoriana, poi è tornato in Spagna ed è stato destinato a Loyola, «dove si trova la casa originaria di sant’Ignazio con tutti i ricordi della sua famiglia e della sua conversione». Qui si è impegnato a documentare e a spiegare dettagliatamente tutto ciò che riguarda la vita di Ignazio e ha realizzato un’audioguida in varie lingue. Le esequie di padre Cabasés si svolgeranno il 2 agosto, alle 11, nella Basilica di Loyola.