· Città del Vaticano ·

Momigliano sulle magistrali lezioni dantesche di De Sanctis

Critico «novatore
e demolitore»

 Critico «novatore e demolitore»  QUO-176
31 luglio 2025
di Gabriele Nicolò Critico dal tono misurato (oltre che dal tocco di signorile finezza) Attilio Momigliano si accende di inusuale fervore quando, in un elzeviro del 1938, esprime un’approfondita valutazione sulle lezioni dantesche tenute da Francesco De Sanctis a Torino nel biennio 1854-1855. Nello spiegare Dante, il giudizio coniuga tre figure in cui è dato di riconoscere il maestro: l’educatore del Risorgimento, il figlio del Romanticismo e il rivelatore perenne della poesia. «Senza il Romanticismo — scrive Momigliano — la critica sarebbe rimasta all’infanzia in cui era giaciuta per tanti secoli, e nemmeno De Sanctis ci sarebbe stato. Ma senza De Sanctis la critica romantica dantesca non sarebbe che una congerie di frammenti». Nell’interpretazione dantesca sviluppata durante i corsi a Torino, il critico ha ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati