
di Leonardo Sapienza
Quanta saggezza nelle parole della prima lettura: «Vanità delle vanità, tutto è vanità». Quale profitto c’è per l’uomo, se poi tutto quello che ha guadagnato lo deve lasciare a un altro? Tutto passa e tutto ricomincia.
È la saggezza che manca all’uomo ricco del Vangelo, che soddisfatto dice: «Anima mia, mangia, bevi e divertiti». Avete sentito la sentenza: «Stolto, questa notte stessa morirai, e tutto quello che hai raccolto di chi sarà?».
La saggezza popolare dice: «Le rose cadono, le spine restano». Orazio diceva che «a nessuno è concesso l’uso perpetuo delle cose, e un erede subentra a un altro come l’onda all’onda».
Non ci deve sembrare un’ovvietà: ma il denaro non produce la felicità perché divide gli uomini (avete sentito quell’uomo che si rivolge a Gesù per una questione di eredità!). Il desiderio di possedere fa dimenticare Dio, gli amici, la giustizia, gli affetti familiari, la serenità.
Non dobbiamo aspettare l’ora della morte per prendere coscienza di questo e per cercare il vero bene, il vero tesoro, l’unico che la morte non potrà toglierci: cioè l’amore di Dio.
Dobbiamo ammettere che la nostra esperienza è fatta più di illusioni perdute che di saggezza acquistata. Allora, domandiamo a Dio il dono della vera saggezza che proviene solo da lui. E proviamo a percorrere le cinque strade che conducono alla saggezza: tacere, ascoltare, ricordare, studiare e fare!
Il Vangelo in tasca
Domenica 3 agosto, XVIII del Tempo ordinario
Prima lettura: Qo 1, 2; 2, 21-23;
Salmo: 94;
Seconda lettura: Col 3, 1-5. 9-11;
Vangelo: Lc 12, 13-21.