
di Andrea Monda
«How does it feel?» (Come ci si sente?) cantava Dylan esattamente 60 anni fa incidendo una delle sue più celebri e celebrate canzoni, Like a Rolling Stone nell’estate del 1965. Su questo brano sono stati scritti fiumi di inchiostro, le parole del ritornello hanno dato il titolo a due film preziosi per chi volesse entrare nel misterioso mondo del cantautore del Minnesota: No direction home di Martin Scorsese e A complete unknown di James Mangold. Senza aggiungere altro inchiostro, forse la cosa più opportuna da fare è ascoltare il racconto di una persona che quando a 16 anni ascoltò quella canzone prese una decisione, fissando con queste parole quella sensazione, quel «come ci si sente», una persona che di rock se ne intende: Bruce Springsteen si trovava nell’auto di sua madre e la radio mandò in onda Like a Rolling Stone. «Quel colpo di rullante suonava come se qualcuno avesse aperto a calci la porta della tua mente. Mia madre, che non era un’esperta di rock and roll, le piaceva la musica, l’ascoltava, si sedette per un minuto, mi guardò e disse: “Quel ragazzo non sa cantare”. Ma io sapevo che si sbagliava. Mi sono seduto lì, non ho detto nulla, ma sapevo che stavo ascoltando la voce più dura che avessi mai sentito».