· Città del Vaticano ·

Documento del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale

Semi di speranza per la sicurezza alimentare

A man harvests coffee during the end of the annual crop season at Lira farm in Santa Clara, ...
22 luglio 2025

di Lorena Leonardi

La scuola di agricoltura ecologica U Yits Ka’an di Maní, in Messico; l’azienda agricola Zarvanytsia Agro di Zolotnyky, in Ucraina; il progetto di sicurezza alimentare Kulima Ku Tatuisa Kulia in Angola e il Labor to farmer project per le cooperative bio in Cambogia.

Sono le quattro «buone pratiche» presentate dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale (Dssui) per raccontare l’impegno concreto delle Chiese locali nel garantire l’accesso al cibo e all’acqua in un mondo nel quale il grido dei poveri e degli affamati continua a interpellare la coscienza dell’umanità.

A 134 anni dall’enciclica Rerum novarum di Leone XIII e nel decimo anniversario dellaLaudato si’ di Papa Francesco, che ha richiamato a una conversione ecologica integrale, la raccolta «Semi di speranza: la Chiesa al servizio della sicurezza alimentare» testimonia come le iniziative attuate in diversi continenti, pur nella diversità dei contesti, si caratterizzano per un «approccio comune» basato — si legge sul sito del Dssui — su «coinvolgimento delle comunità locali, promozione della giustizia sociale e cura della casa comune».

Alla base c’è l’impegno — ribadito anche recentemente da Leone XIV — a contrastare lo «scandalo della fame nel mondo», che non è solo una questione sociale o economica, ma un imperativo morale radicato nel Vangelo. Se la fame e la sete non dipendono da scarsità materiale ma da poche risorse sociali — prosegue il Dicastero — per affrontare il problema occorre eliminare le sue cause strutturali e contestualmente, «valorizzare il contributo essenziale delle Chiese nella costruzione di uno sviluppo dal basso».

I progetti — mirati ad assicurare la sicurezza alimentare delle comunità — vengono proposti dal Dssui in occasione dell’Anno Santo 2025 con l’intento «di diffondere semi di speranza e dare visibilità a buone notizie, anche allo scopo di ispirare ulteriori progetti tendenti a consentire il pieno esercizio, da parte di ogni persona umana, del diritto fondamentale ad acqua e cibo affinché tutti i cattolici possano essere “artigiani di pace” che operano per il bene comune».

Le pratiche sono state selezionate con criteri di valutazione concernenti il rispetto dei principi della Dottrina sociale della Chiesa, l’accesso al cibo, le sue caratteristiche e la sua produzione. In comune hanno la prospettiva dello sviluppo umano integrale: produrre cibo in modo sostenibile e garantirne l’accesso fisico ed economico a ogni persona senza discriminazioni di etnia, sesso, religione, opinione politica o condizione sociale.

Fondata dall’arcidiocesi dello Yucatán nel 1995, la Scuola di agricolatura ecologica U Yits Ka’an di Maní propone ad esempio pratiche agricole etiche derivate dalla tradizione Maya e dall’agroecologia.

Nell’arcieparchia di Ternopil-Zboriv, il Centro spirituale mariano Zarvanytsia promuove dal 2006 un approccio multilivello con l’apertura dell’azienda agricola Zarvanytsia Agro che opera in molti settori: dall’imbottigliamento dell’acqua alla produzione di colture, dall’allevamento di animali alle attività cooperative per i prodotti lattiero-caseari, dall’apicoltura alla produzione di olio e paglia.

Nato in Angola su impulso di diverse Caritas diocesane nel 2022, il programma biennale denominato Kulima Ku Tatuisa Kulia — che nella lingua locale chócue significa «Coltivare è garantire la sicurezza alimentare» — diversifica la produzione di cibo all’interno delle comunità consentendo alle famiglie di assumere un ruolo attivo nella coltivazione, favorendo la sostenibilità e l’autosufficienza a lungo termine.

Infine, il Labor to Farmer projectche è stato lanciato da Caritas Cambogia nel 2015 per aiutare i piccoli agricoltori ad adottare il metodo biologico e a formare cooperative su modelli di certificazione basati sulla comunità.

Da ogni «buona pratica» è stato ricavato un video: quello della Scuola di agricoltura ecologica messicana è già disponibile sul sito del Dssui, gli altri saranno on line nei prossimi mesi, tra agosto e settembre.