
Pregare per la pace e convincere le parti a sedersi a un tavolo per negoziare. È uno dei concetti espressi da Leone XIV ieri mattina, domenica 20 luglio, al termine della messa presieduta nella cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale. Mentre percorreva a piedi il tratto di strada che lo riconduceva alle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, il Pontefice ha avuto un breve colloquio con alcuni giornalisti che lo hanno fermato. Ai loro microfoni, ha colto l’occasione per rilanciare l’invito a dialogare e soprattutto a deporre le armi perché — ha detto — «il mondo non sopporta più, c’è tanto conflitto, tante guerre, bisogna lavorare davvero per la pace, pregare con fiducia in Dio ma anche lavorare» a tale scopo.
In riferimento, poi, al colloquio telefonico avuto venerdì 18 luglio con il primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu — e avvenuto all’indomani del raid militare israeliano sulla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza City —, il Papa ha ribadito la «necessità di proteggere i luoghi sacri di tutte le religioni», lavorando insieme nel «rispetto per le persone» per porre fine a «tanta violenza, tanto odio, tante guerre».
Già durante la succitata conversazione telefonica, Leone XIV aveva evidenziato l’importanza di ridare «slancio all’azione negoziale» e di raggiungere un cessate-il-fuoco e la fine della guerra, esprimendo preoccupazione «per la drammatica situazione umanitaria della popolazione a Gaza, il cui prezzo straziante è pagato in modo particolare da bambini, anziani e persone malate».