Un faro di sapienza

di Lorena Leonardi
Un luogo in cui «fede e intelletto si coltivano in armonia», un «santuario per la riflessione profonda, lo studio rigoroso e la crescita spirituale trasformante», dove le giovani menti saranno formate «non solo come studiosi e pastori», ma come «leader compassionevoli, costruttori di ponti e servitori dell’umanità».
Sarà tutto questo il nuovo Malankara Institute of Theology del St. Mary’s Malankara Major Seminary di Trivandrum, nelle parole dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, che ieri, martedì 15 luglio, ha preso parte alla cerimonia di posa della prima pietra.
«Un momento solenne che segna l’inizio di un progetto dedicato alla formazione di menti e cuori, radicato nella fede e al servizio della comunità», ha scritto in proposito la segreteria di Stato sull’account X @TerzaLoggia. Prima il presule — che si trova in India dal 13 fino al 19 luglio per una visita mirata a consolidare e rafforzare i vincoli di amicizia e collaborazione tra la Santa Sede e il Paese asiatico — aveva celebrato la «Holy Qurbana» in occasione della 72ª Giornata dedicata al venerabile servo di Dio Mar Ivanios (1882-1953), pastore che ha avuto un ruolo chiave nel riportare la Chiesa siro-malankarese in comunione con Roma.
Alla presenza del cardinale Cleemis Baselios, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi, Gallagher, nel suo intervento in apertura alla cerimonia di posa della prima pietra dell’Institute of Theology, ha sottolineato come la Chiesa malankarese, con le sue «profonde radici nella tradizione apostolica» e la «vivace testimonianza» nei secoli, ha sempre attribuito grande valore all’educazione, alla formazione spirituale e al servizio. Oggi questa eredità — fatta di istituzioni che hanno plasmato innumerevoli vite e comunità — chiama a proseguire nel cammino avviato lungo tre direttrici: «Cercare la sapienza, promuovere la comprensione e servire con amore».
Ben più di un gesto simbolico, la posa della pietra dell’istituto teologico vale come dichiarazione di «impegno per il futuro», ha proseguito descrivendo la nuova struttura come un luogo in cui «le verità senza tempo» della fede saranno esplorate «in dialogo con le sfide e le opportunità del mondo moderno».
Come un «faro di speranza», che irradia la luce di Cristo a tutti coloro che cercano «verità e senso», il polo di formazione diverrà uno spazio nel quale «le domande sono accolte», le differenze sono «opportunità di crescita» e la ricerca della conoscenza è «guidata dalla sapienza del Vangelo». Ancora, ha proseguito l’arcivescovo delineando il ritratto della nuova struttura accademica, si tratterà di una istituzione «aperta a tutti», dove gli emarginati «trovano voce», giustizia e misericordia camminano «mano nella mano» e ogni individuo è incoraggiato a realizzare il proprio «potenziale» donato da Dio.
Infine, il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali ha auspicato che il Malankara Institute of Theology venga riconosciuto non solo per il suo rigore accademico, ma anche per l’impegno «nel servizio, nella pace e nella riconciliazione», come un luogo dove «i cuori si accendono con il fuoco della fede» e le menti si affinano per affrontare le sfide di domani.
Richiamando i presenti a una «responsabilità condivisa», Gallagher ha invitato tutti, — clero e laici, insegnanti e studenti, benefattori e costruttori — a lavorare insieme per realizzare questa visione sostenendosi a vicenda con «generosità, incoraggiamento e preghiera».