
di Roberta Barbi
e Gianmarco Murroni
Il trionfo di Sinner a Wimbledon, ma anche l’orrore della guerra in Ucraina, naturalmente la visita che Leone XIV ha riservato loro il 3 luglio scorso, e perfino la barriera corallina da salvare: sono tanti gli argomenti che i partecipanti più grandi (11-13 anni) dell’Estate Ragazzi in Vaticano — il grande oratorio estivo che per un mese e mezzo colora, grazie alle diverse tinte delle maglie che fanno riconoscere la divisione per fasce d’età, l’Aula Paolo VI ma non solo — hanno impresso sulle pagine del menabò immaginario della loro personale edizione de «L’Osservatore Romano».
L’occasione era il laboratorio di giornalismo tenuto il 14 luglio dal direttore del nostro giornale Andrea Monda, ormai un appuntamento fisso del calendario annuale di questo progetto nato dall’intuizione del salesiano don Franco Fontana. I ragazzi della fascia più alta — maglietta blu scuro — sono stati suddivisi in altrettante redazioni tematiche che ricalcavano quelle presenti effettivamente nei media vaticani: dalla redazione che si occupa dell’attività del Papa e del Vaticano, alla redazione Mondo con un occhio alla politica internazionale, passando per la Cultura e la cronaca: «Non ho mai avuto una redazione così numerosa», ha scherzato il direttore con i giornalisti di “Radio Vaticana con Voi” presenti contemporaneamente in Aula Paolo VI per registrare una puntata speciale del programma, andata in onda questa mattina, 16 luglio, e disponibile in podcast sul sito Vaticannews.it.
A colpire è stata soprattutto l’attenzione a grandi temi che non sempre trovano spazio tra le righe delle maggiori testate, ma di cui i ragazzi invece sono al corrente e che avvertono come urgenti, mostrando una sensibilità e una consapevolezza non comuni e che spesso non vengono riconosciute alle generazioni più giovani: «Nella redazione Cultura, ad esempio, sono emersi i pericoli che dispositivi come i cellulari nascondono per i più piccoli — ha proseguito Monda — quali contenuti non adatti alla propria età cui è comunque facile entrare in contatto». Nella pagina, sotto una piccola testata che riporta la dicitura “Cultura” colorata in pennarello rosso fuoco, si leggeva di libri e film non adatti agli adolescenti in quanto pieni di contenuti volgari, legati all’uso di sostanze stupefacenti o alla violenza sessuale. In un’altra pagina, sempre sotto la testata “Cultura” elaborata in un font che il direttore del quotidiano della Santa Sede ha confessato di voler riprodurre, erano presenti invece recensioni musicali come quella all’ultimo album del rapper statunitense Travis Scott: «Non lo conosco — ha ammesso Monda — ed è bello come i più giovani ci insegnino cose nuove in tanti ambiti diversi». Uno spazio è stato dedicato anche alla pagina vaticana in cui i ragazzi hanno raccontato le loro impressioni e le emozioni provate nell’incontro avuto con il Papa il 3 luglio, ma anche le riflessioni e le preghiere che li hanno accompagnati nel passaggio della Porta Santa e che non vedono l’ora di ripetere durante il prossimo Giubileo. Non sono mancate, come detto, le problematiche ambientali: l’allarme caldo in cronaca, sviluppato attraverso il racconto degli incendi che puntualmente si verificano d’estate, come pure temi ecologici quali lo stato di salute della foresta amazzonica, e addirittura l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in merito alla quale i ragazzi si sono chiesti se sarà davvero possibile raggiungere tutti gli obiettivi che essa si pone: «Significa che l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco non è passata inosservata tra i più giovani — ha affermato Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani, anche lui presente al laboratorio giornalistico —. Anche temi legati alla natura e alla cura del Creato sono stati molto illustrati, naturalmente con disegni colorati, non avendo a disposizione fotografie».
I giovani “giornalisti in erba” si sono saputi districare anche con i fronti internazionali più caldi, mostrando una spiccata sensibilità ad esempio nel raccontare la guerra in Ucraina, memori dell’incontro avuto con Papa Prevost cui hanno partecipato pure circa 300 bambini ucraini ospitati dalla Caritas, «un posto molto bello perché aiuta le persone in difficoltà che vengono da una guerra molto brutta», si leggeva accanto a un ritratto del Pontefice incorniciato da una bandiera tricolore dell’Italia e una giallo-blu dell’Ucraina.
Assai più drammatici, invece, i disegni che corredavano la cronaca della guerra, sulla quale i ragazzi hanno dimostrato di essere molto informati, sia sugli ultimi attacchi russi, sia sui bombardamenti in corso a Gaza e sulla questione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas: nei disegni risaltavano i toni accesi delle fiamme e del sangue che ricopre le vittime della follia umana. Una preoccupazione, quella dei giovani verso il prossimo, che è stata il filo conduttore del lavoro educativo che sta alla base all’edizione 2025 dell’Estate ragazzi, dal titolo “Tutt’Altro - Quando l’Altro è tutto” e che s’impernia sulla figura immaginaria di Kerek, un ragazzo che parla senza paura, chiaro e tondo, in una città invece piena di spigoli, dove tutti devono essere inquadrati in uno schema predefinito.
Infine la cronaca in cui ricorrono eventi, spesso tragici, che hanno per protagonisti i giovani: dal ragazzo morto in spiaggia mentre scavava una buca nella sabbia, al bambino sfuggito al controllo dei genitori. Paure, speranze e sogni, partendo da quelli già avverati — come nel tennis, dove per la prima volta un italiano, Jannik Sinner, ha trionfato a Wimbledon (articolo corredato da un fedelissimo disegno della coppa), o la vittoria del Chelsea al Mondiale per club di calcio — a quelli che si avvereranno magari in futuro: nelle interviste dei più piccolini — maglia verde e gialla — rilasciate a “Radio Vaticana con Voi” c’era chi ha rivelato di voler diventare poliziotto per aiutare gli altri; chi paleontologo per studiare il passato e non sbagliare più, ma anche chi preferirebbe immergersi nella natura di un vivaio, tra tanti alberi e fiori. «In città, però — ha specificato l’intervistato —. Così anche la città diventa più bella».