Il Vietnam abolisce

di Paolo Affatato
«Un passo avanti nel quadro dello sviluppo giuridico e morale del Paese»: così Joseph Nguyen Dec Cuong, vescovo di Thanh Hóa e presidente della Commissione “Giustizia e pace” nella Conferenza episcopale del Vietnam, ha definito la decisione del governo di abolire la pena di morte per otto reati penali. Accoglienza favorevole del provvedimento si registra in tutti gli ambienti cattolici e in larga parte della società civile vietnamita, che sollecita ulteriori riforme e la completa abolizione della pena di morte.
Il 25 giugno 2025 resterà un data importante per sistema giuridico vietnamita: qual giorno, infatti, l’Assemblea nazionale ha approvato, con un esito schiacciante di 429 voti favorevoli su 439 deputati presenti, la legge che abolisce la pena di morte per otto reati non violenti, tra i quali spiccano peculato e corruzione. Le modifiche sono entrate vigore il 1° luglio 2025 e hanno già avuto effetti su detenuti che rischiavano l'esecuzione capitale.
«La decisione segna un incoraggiante passo avanti nella consapevolezza giuridica, in linea con lo spirito delle convenzioni internazionali», ha scritto il vescovo Cuong in una lettera pubblica di apprezzamento. Quella decisione, si afferma, va nella direzione di «uno stato di diritto moderno, in cui la vita è protetta, la dignità umana è rispettata e si aprono opportunità di riabilitazione». La Chiesa cattolica — ha ricordato — «sostiene costantemente il diritto alla vita come diritto umano fondamentale e inviolabile», radicato nell’etica cristiana me anche nella coscienza morale universale. Per questo, ha ricordato, il Catechismo della Chiesa Cattolica ritiene a pena di morte inammissibile, «perché attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona».
La comunità cattolica vietnamita, inoltre, accoglie con speranza il voto dell’Assemblea nazionale in un anno, quello del Giubileo, che è proprio incentrato sulla speranza, che rimette l'accento sulla sacralità della vita e sul «restituire la libertà ai prigionieri», secondo il senso del Giubileo nella Bibbia. La prospettiva auspicata, si afferma è quella di una «completa abolizione della pena di morte», incoraggiando l’adozione di «pene riabilitative che bilancino giustizia, verità e umanità».
La seduta parlamentare ha rappresentato l’esito di un lungo dibattito interno, caratterizzato, da un lato, dalla volontà di preservare di deterrenza e dalla gradualità delle riforme; e, d'altro canto, dalla volontà di avviare una modernizzazione complessiva del diritto penale, attesa da oltre otto anni. Qual tempo è servito per commissionare analisi approfondite, per ascoltare i pareri di esperti, per studiare legislazioni internazionali e riflettere sulle mutate condizioni sociali e culturali del Paese. La pena di morte, in vigore in Vietnam per reati gravi secondo il Codice penale del 1985, aveva già subito una riduzione negli anni passati, con un numero progressivo di reati depenalizzati. La scelta di escludere ora tutte le fattispecie penali non violente ha un valore emblematico, poiché riconosce la natura politica o economica di quei alcuni reati e l’opportunità di sostituire la pena capitale con sanzioni pur severe, come l’ergastolo, ma non estreme, allineando il paese a tendenze globali.
Molti deputati in parlamento hanno sostenuto che la pena di morte per peculato e corruzione non fosse più sostenibile né dal punto di vista etico, né dal punto di vista pratico. La corruzione e l’appropriazione indebita di fondi pubblici, infatti, si combattono con strumenti che mirano al recupero del denaro e al coinvolgimento attivo dei colpevoli nel riparare al danno causato allo Stato: la nuova normativa stabilisce che chi restituisce almeno tre quarti del maltolto possa accedere a benefici di condono o a misure alternative all’ergastolo.
Esprimendo l’apprezzamento generale dei fedeli cattolici, p. Dominic Ngo Quang Tuyen, prete di Ho Chi Minh City e segretario della Commissione per l'evangelizzazione nella Conferenza episcopale, aggiunge: «Guardiamo al futuro con ottimismo esperiamo che la società vietnamita sappia offre ai detenuti l'opportunità di tornare a vivere una vita dignitosa». «La Chiesa — ricorda — ci insegna che la vita umana va protetta e rispettata perché è un dono di Dio, dalla nascita fino alla fine. Ogni persona è create a immagine di Dio. E anche le persone che hanno sbagliato o commesso un reato meritano un tempo per poter riabilitarsi e redimersi».