Contro una piaga

di Emil Sandberg
«Una crisi sempre più profonda»: così la Chiesa filippina ha descritto l’aumento delle scommesse online nel Paese asiatico, lanciando l’allarme su una piaga economica, sociale e culturale che sta distruggendo la vita di giovani e di intere famiglie.
Secondo quanto dichiarato dalla Società filippina per il divertimento e il gioco d’azzardo (Pagcor), nel 2024 i ricavi lordi derivanti dal gioco d’azzardo online hanno raggiunto i 51,39 miliardi di pesos (oltre 900 milioni di dollari). L’agenzia Fides riporta inoltre un sondaggio di Capstone-Intel del 2023, secondo cui la partecipazione al gioco d'azzardo online nel Paese è elevata sia tra i giovani sia tra le persone di mezza età. In particolare, il 66 per cento dei giovani filippini di età compresa tra i 18 e i 24 anni gioca d’azzardo online, mentre il 57 per cento degli intervistati di età compresa tra i 41 e i 55 anni ha dichiarato di giocare regolarmente online, in media due o tre volte a settimana. Di più, il 70 per cento degli intervistati ha dichiarato di spendere circa mille pesos a settimana (pari al doppio dello stipendio giornaliero di un lavoratore) per le scommesse online, mentre circa il 20 per cento scommette fino a 3.000 pesos. Nel Paese asiatico il gioco d’azzardo è così diffuso da essere praticato persino durante le veglie funebri filippine, i “paglalamay”, dove la tradizione vuole che il defunto sia accompagnato per 24 ore fino alla sepoltura, e, dunque, il gioco d’azzardo serve o per distrarre il lutto o per raccogliere proventi da dare alla famiglia, col rischio però di normalizzare certe pratiche all’interno della società filippina in momenti tanto solenni.
In questo senso, il messaggio dei vescovi filippini, lanciato a conclusione della loro assemblea plenaria, è chiaro: a causa del gioco d’azzardo online, è in atto nel Paese una «crisi morale e sociale» perché «questa nuova piaga distrugge gli individui, le famiglie e la società» e provoca una dipendenza che si diffonde «silenziosamente, come una schiavitù diffusa». «Non ce ne rendiamo conto — aggiungono i vescovi nel loro messaggio —, ma è dilagante: molti, compresi i giovani, stanno diventando dipendenti dal gioco d'azzardo online», ritenendo inoltre che «il gioco d’azzardo online non è più un semplice passatempo. È un problema morale profondo e diffuso che si nasconde sotto le vesti dell’intrattenimento e della tecnologia. Non è affatto innocente, ma deliberatamente attraente, soprattutto per i giovani e i cittadini comuni. L’accesso online è facile, la vincita è rapida e la perdita altrettanto».
Il problema coinvolge anche e soprattutto la sfera politica: se da un lato il settore del gioco d’azzardo online nelle Filippine ha preso piede e operato durante la presidenza di Rodrigo Duterte (2016-2022) attraverso l’istituzione di numerose società note come Philippine Online Gaming Coroporations (Pogo), capaci di generare ricavi pubblici pari a 500 milioni di dollari all’anno e di impiegare mezzo milione di lavoratori, dall’altro la pandemia da covid-19 ha portato a un calo significativo dei Pogos e a un notevole incremento delle attività online illegali. Proprio per questi motivi, lo scorso anno il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha deciso di chiudere i Pogos. Tuttavia, il divieto non sembra aver frenato il fenomeno che, nel frattempo, ha cambiato profilo, diventando accessibile ad ogni ora del giorno per tutti i giorni della settimana grazie a uno smartphone e a una connessione internet. Lunedì nel senato filippino si è avanzata una nuova proposta di legge volta a promuovere una regolamentazione più severa del gioco online perché, hanno commentato vari rappresentanti delle istituzioni locali, «le nostre norme sono state superate dal rapido progresso tecnologico». Ma, affinché questa consapevolezza si diffonda, la Conferenza episcopale filippina ha ricordato la necessità che tutte le istituzioni «dichiarino illegale qualsiasi forma di gioco d’azzardo online e a riconoscere che la dipendenza dal gioco d'azzardo è un problema di salute pubblica che dovrebbe essere affrontato con l’educazione, la legislazione e il trattamento appropriato» invitando tutti a «non essere ciechi, sordi e muti di fronte ai danni provocati da questo grave scandalo».