· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della XVI domenica del tempo ordinario (Lc, 10, 38-42)

Ascolto della Parola
o ansia da servizio?

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15 luglio 2025

di Simone Caleffi

È ormai da tempo che ogni cristiano sta vivendo un giubileo che lo vede particolarmente “pellegrino di speranza”. Dunque egli cammina. E anche Gesù cammina. Luca, 10, 38 dice: «Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò». Il protagonista principale del Vangelo è sempre Gesù e qui la prima attrice non protagonista è una donna, padrona di casa, che come tale desidera fare bella figura con l’ospite illustre. Ma non è sola. «Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (v. 39). L’uomo che cammina ha bisogno di essere ristorato, ma cosa cerca? Solo un buon pranzo? O non piuttosto un’accoglienza del cuore? Forse fa più bella figura Maria. «Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”» (v. 40). Che sfacciataggine! Imbeccare il Maestro! Suggerire il da farsi! A Dio! Non aveva capito la poveretta, come non capiscono nemmeno i cristiani venuti duemila anni dopo. Certo, non si tratta di opporre l’azione alla contemplazione, la preghiera al servizio; occorre invece dare priorità all’ascolto della Parola, che spinge poi al servizio dei fratelli. Altrimenti l’uomo è preso da tante cose, distratto. Ecco perché Gesù «le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,  ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”»(vv. 41-42).

Fra le tante bellezze della Chiesa di oggi c’è la Fraternità francescana di Betania. Quando il fondatore chiese a padre Pio da Pietrelcina un programma di vita — era il 20 ottobre del 1959 — il santo gli rispose: «Non sii talmente dedito all’attività di Marta da dimenticare il silenzio di Maria, la Vergine Madre che sì ben concilia l’uno e l’altro ufficio ti sia di dolce modello e d’ispirazione». Fra Pancrazio Nicola Gaudioso fece suo questo programma di vita e lo custodì per una ventina d’anni, chiedendosi quale fosse la volontà di Dio celata in quel piccolo scritto vergato sul retro di una immaginetta. Con l’andare del tempo comprese che il contenuto di quelle parole non era solo per lui. Vale, infatti, per tutti.