
Quale messaggio offrire di fronte all’ennesima recrudescenza di violenza, ai conflitti, alle guerre, davanti ai quali ci si sente inermi? Da questa riflessione, come cristiani, come uomini e donne di fede, è nata nel 2003, a seguito dello scoppio della guerra in Iraq, l’esperienza di educazione alla pace della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. L’allora direttore della Caritas diocesana, don Giuliano Marinelli, e il referente dell’Area pace e mondialità costituirono nel 2004 a Fano una Scuola di pace che oggi continua a lavorare e ad approfondire i temi della pace, della nonviolenza e della giustizia. «È un’esperienza che va avanti da più di vent’anni», spiega Michela Pagnini, responsabile dell’Area pace e mondialità di Caritas Fano, «cercando di leggere la cronaca, l’attualità, le sfide che ci si trova ad affrontare, con l’idea di far conoscere appunto le azioni alternative all’uso della violenza».
Si parte da un concetto di pace attiva, non passiva, e dalla consapevolezza che la pace va costruita: concetto quanto mai attuale in questo momento storico. Oltre a incontri formativi, l’ufficio Caritas organizza spettacoli teatrali che affrontano tematiche di attualità legate alla pace e ai diritti, oltre alla presentazione di libri. Da questo tipo di incontri è nata inoltre l’esperienza della “Sala della pace” che raccoglie testi di approfondimento sul tema dell’educazione alla pace.
L’impegno verso i più giovani si realizza con molteplici attività nelle scuole, con incontri e laboratori. Quella di educare alla pace è «una sfida molto aperta», afferma Pagnini: «Nei ragazzi vediamo che, da un lato, hanno ancora la capacità di indignarsi davanti alle ingiustizie, dall’altro hanno difficoltà a vedere come concretizzare un’azione di cambiamento». Nei tempi odierni sembra purtroppo vedersi realizzare l’espressione di Papa Francesco che parlava spesso di “cultura dell’indifferenza”. Sono tutte difficoltà che non fanno desistere l’ufficio diocesano, il cui impegno coinvolge comunque altre realtà. «L’esperienza del Sinodo serve a camminare insieme — prosegue la responsabile dell’Area pace e mondialità — e a dare effettivamente frutti. Il cammino della Scuola di pace coinvolge l’Azione Cattolica diocesana, per esempio, e la comunità Papa Giovanni XXIII, l’Ufficio Migrantes, il Centro missionario e altre realtà della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola», nella provincia marchigiana di Pesaro e Urbino. Si può interpretare tale collaborazione come «un segno molto positivo di un territorio che appunto cammina insieme e che su questi temi unisce le forze».
Mentre gli incontri formativi si svolgono principalmente a partire da fine gennaio (mese tradizionalmente dedicato alla pace), tra i progetti per il prossimo autunno si annovera un evento di carattere culturale che userà il linguaggio del teatro per sensibilizzare il pubblico sulla necessità della pace e della convivenza. La formazione, in questo Giubileo del 2025, è stata incentrata altresì sul tema dell’Anno santo, con un argomento conduttore, quello della restituzione: «Così — conclude Michela Pagnini — in ogni appuntamento abbiamo declinato il tema del restituire: restituire dignità, restituire pace, diritti, speranza». (beatrice guarrera)