L’amore è più forte

di Suhail Abo Dawood
Vi scrivo ancora queste note dalla parrocchia della Sacra Famiglia di una Gaza ormai totalmente distrutta. Ma sempre con la speranza di tornare a vivere una vita di pace e senza guerra. Sono ormai trascorsi 638 giorni dall’inizio di questa terribile e pericolosa guerra. Lo scorso 29 giugno abbiamo festeggiato anche qui la festa di San Pietro e Paolo con una messa alle 10 di mattina. E, senza grandi celebrazioni, abbiamo festeggiato anche il compleanno di mia mamma Randa. Il suo secondo compleanno di guerra trascorso in mestizia e timore. Ogni giorno prego per lei, per la mia famiglia, e per tutte le famiglie qui, perché si riesca a rimanere uniti fino a quando tornerà la pace. Ogni giorno e ogni notte continuiamo però a sentire gli spaventevoli rumori delle bombe e il crepitare delle mitragliatrici. Sono sempre più vicini a noi. E inevitabilmente i frammenti di queste esplosioni cadono anche sul tetto della nostra chiesa e nel compound in cui siamo asserragliati. Viviamo tutti nel timore, ma soprattutto i bambini sono terrorizzati. Malgrado questa sofferenza continua, che è diventata un’orribile routine, solo una cosa continua a darci qualche consolazione: la preghiera. Non preghiamo solo per la nostra chiesa, ma per tutta la Chiesa, e per Papa Leone XIV, che il Signore gli conceda la forza e la saggezza necessarie a condurre tutti lungo il sentiero che conduce alla salvezza e alla vita eterna. Pregiamo perché, non solo Gaza, ma tutto il mondo possa vivere un giorno nella pace, attraverso il perdono reciproco e la riconciliazione. Un giorno in cui non ci siano più guerre, perché l’amore è più forte della guerra.