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Simul currebant - Nel mondo dello sport
La storia di Elena Tuccitto, campionessa del mondo che diventa suora

Quando il karate
è scuola di vita religiosa

 Quando il karate  QUO-155
07 luglio 2025

di Mara Miceli

Ci sono vite che si allenano alla resa. Altre alla vittoria. E poi c’è quella di suor Elena Tuccitto: una vita allenata all’ascolto, forgiata dal sacrificio, premiata da una medaglia invisibile che oggi si chiama vocazione.

È stata atleta. Campionessa. Azzurra. Poi missionaria nella Fraternità Francescana di Betania. Ma più di tutto è stata ed è figlia, sorella, custode di un amore concreto, quello che insegna solo chi nasce fragile eppure lascia una traccia incrollabile.

«Vengo da una famiglia di altissima spiritualità. Mia mamma era terziaria francescana, uno zio monaco camaldolese, un altro sacerdote. Ma la maestra più grande è stata la mia sorellina Giovanna, nata con la sindrome di Down. Ci ha insegnato l’amore con la A maiuscola. Ha unito cielo e terra».

In un tempo in cui tutto chiede di accelerare, suor Elena impara presto a rallentare dentro. Il corpo corre, ma l’anima si inginocchia. Comincia con l’atletica, poi il karate. Per gioco, per sfida, per chiamata.

«Entrai in palestra e vidi quegli allenamenti. Quel rigore. Quel silenzio. Mi innamorai. Dopo una serie di titoli italiani, entrai nella nazionale. Con tanta fatica, tanta dedizione, conquistai prima il bronzo europeo e poi l’oro mondiale. Ma io lo sentivo: non ero sola. Ogni allenamento lo affidavo a Dio. Ogni caduta sul tatami diventava preghiera».

Nel dojo impara la pazienza. Il rispetto. Il controllo. Valori che, senza saperlo, la portano sempre più vicina al cuore della vita consacrata.

«Il karate è stata la mia prima scuola spirituale. Nello sport d’alto livello ti confronti ogni giorno con i tuoi limiti. Devi accettare il tempo del corpo. La stessa cosa accade nel cammino vocazionale: ogni giorno impari a donarti, a contrastare l’egoismo, a contenere ciò che ti chiude».

Poi, un infortunio: crociato anteriore, stop, operazione.

«Mi fermai. Un anno di silenzio. Capii che la mia carriera era finita. Ma soprattutto iniziò dentro di me una ricerca, un vuoto nuovo che chiedeva una risposta diversa. Sentivo il bisogno di centrarmi. Di ascoltare».

È lì, nel silenzio, che arriva la voce. Non è un tuono, ma una brezza. Non spinge: invita. E suor Elena risponde.

«Scelsi Cristo. Dopo la laurea in scienze motorie preventive adattate, dopo aver insegnato, dopo aver avuto una palestra... lasciavo tutto per trovare tutto».

Poi il Brasile. Sei anni nelle favelas di Salvador de Bahia. Non va a insegnare, ma a imparare. E lo sport, ancora una volta, è chiave di riscatto.

«Abbiamo costruito un asilo. Lavorato con decine di adolescenti. Abbiamo insegnato che il corpo è sacro, che si può custodire, non mercificare. Che si può sognare. Ma in realtà sono stati loro a insegnare a me. La loro fede andava oltre. Mi hanno mostrato la gioia pura di chi ha solo Dio».

«Oggi, qui in Italia, accompagno le missioni, raccolgo fondi, cammino con le famiglie fragili. Ma la lezione più forte mi accompagna da sempre: la tenerezza ha la forza di una disciplina. La dolcezza può essere una cintura nera di vita».

E in ogni parola, ogni passo, ogni rosario recitato, c’è lei. Giovanna. Non è solo una memoria, è una presenza attiva, costante, radicata.

«Da bambina non capivo perché fosse così diversa. Mamma ci disse: “È stata regalata dal cielo”. E lo era davvero. Non l’ho mai vista triste. Nemmeno in punto di morte. Lei mi svegliava con gli abbracci, mi insegnava il rosario, mi trascinava nella preghiera. Oggi è lei che mi accompagna».

E allora tutto torna. Il tatami. Il combattimento. Le cadute. Il ginocchio operato. Le favelas. Il rosario. Il podio. Il silenzio. L fede. L’asilo. L’oro vero. «Giovanna mi ha insegnato l’amore concreto. E da lì è nato tutto. La vocazione, la forza, il desiderio di appartenermi meno per appartenere di più agli altri».


Tante medaglie e poi la missione in Brasile


Elena Tuccitto è nata nel 1967 a Bibbiena (Arezzo). Sua sorella Pia, cantautrice rock, ha collaborato con Vasco Rossi, Patty Pravo e Irene Grandi. Il fratello Paolo è un inventore nella sicurezza ambientale. Docente di educazione fisica, Elena ha conquistato 7 titoli italiani  di karate, nella disciplina del kumite (categoria 53 chili). Con la nazionale italiana ha vinto tantissime medaglie internazionali: in particolare l’argento alla Coppa del mondo nel 1992 in Giappone e l’oro alla Coppa del mondo nel 1993 in Algeria.

Nel 2001 è entrata nella Fraternità Francescana di Betania. Missionaria in Brasile, a Salvador de Bahia, dal 2010 al 2016,  poi  in Svizzera dal 2017 al 2019. Rientrata in Italia ha lavorato nel servizio “accoglienza in dispensa” e nel coordinamento delle missioni della Fraternità.

Dal 2022  vive a Monte San Savino nel  santuario di Santa Maria delle Vertighe che nel 1964 Paolo VI ha proclamato  patrona dell’autostrada del sole. È animatrice vocazionale tra i giovani.