L’allarme di Sant’Egidio

di Francesco Ricupero
«Serve un cambio di mentalità sugli anziani, che sono e diventeranno sempre più la maggioranza della popolazione, perché dobbiamo renderci conto che caldo e solitudine non sono esigenze temporanee»: è quanto ha affermato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio durante la conferenza stampa dal titolo “Anziani: tra caldo e solitudine, consigli per un’estate sicura” svoltasi martedì mattina a Roma. Poiché la popolazione anziana in Italia continua ad aumentare e non sempre i servizi a loro rivolti sono sufficienti, la Comunità di Sant’Egidio ha presentato alcune proposte e illustrato alcuni dati sul servizio di monitoraggio attivo realizzato a Roma e in altre città italiane.
In Italia, infatti, sono 9 milioni e trecentomila le persone sole, di cui 4,4 milioni hanno più di 65 anni. Il 79 per cento degli ultraottantenni che vivono da soli non ha né figli né nipoti. Secondo l’Istat, le donne anziane sono le più esposte: una su due oltre i 75 anni vive da sola, mentre 845.000 over 65 dichiarano di non avere nessuno su cui contare. Inoltre, il disagio psichico è in aumento: si registrano, infatti, 1.400 suicidi l’anno tra gli anziani, pari al 38 per cento del totale nazionale, pur essendo gli anziani solo il 24 per cento della popolazione. «Stiamo vivendo ogni anno — ha ricordato Impagliazzo — grandi ondate di calore, nel nostro Paese come in tutta Europa. Dalla nostra esperienza ci rendiamo conto di come questa emergenza colpisca soprattutto le persone più sole. C’è una miscela negativa fra ondate di calore, isolamento, invecchiamento della popolazione che ci preoccupano molto».
«L’Italia — spiega ai media vaticani il presidente della Sant’Egidio — è diventato un Paese demograficamente sbilanciato sulla terza e sulla quarta età, dunque serve un cambio di mentalità da parte dei cittadini e delle istituzioni. C’è la legge 33 del 2023 a favore gli anziani che prevede questo cambiamento fatta di assistenza domiciliare integrata, di sviluppo del co-housing, della telemedicina e di altre forme che aiuterebbero gli anziani a vivere a casa loro, cioè il superamento dell’istituzionalizzazione a cui si è fatto ricorso finora e che in realtà non garantisce né la lunghezza della vita, né la dignità di tante persone anziane». Quello che si chiede alle istituzioni, specifica Impagliazzo, «è di implementare con i decreti attuativi questa legge e chiediamo a tutti i cittadini di fare attenzione agli anziani che conosciamo o che incontriamo nei condomini o nei luoghi dove si fa la spesa perché potrebbe esserci bisogno del nostro aiuto, magari scambiando due chiacchiere o ricordagli di bere».
Fondamentale è il supporto della rete dei volontari, fatta da giovani e adulti, che fanno parte del programma promosso dalla Comunità di Sant’Egidio “Viva gli anziani” (avviato 15 anni fa) che segue circa 15.000 anziani ultraottantenni a Roma con interventi di prossimità «e con un monitoraggio attivo — prosegue Impagliazzo — con telefonate, visite dei nostri operatori, compagnia. Si tratta di misure e accortezze che impediscono all’anziano di avere paura, di sentirsi solo o magari di finire in ospedale per un malessere banale».
Dalla Comunità di Sant’Egidio sottolineano quanto sia importante l’attenzione dei volontari o dei vicini di casa verso chi vive da solo soprattutto in questo periodo che il termometro sta raggiungendo temperature elevate. «Non tutti gli anziani hanno bisogno di essere parcheggiati negli ospedali o nelle strutture private. Molto spesso — aggiunge Impagliazzo — queste persone subiscono maltrattamenti in case di accoglienza non adeguatamente attrezzate e dove non esiste nemmeno un sistema di refrigerio. Molto più efficace invece può essere la convivenza tra un piccolo gruppo di anziani, che mettano assieme le loro risorse, per pagare l'affitto, per farsi compagnia, per essere seguiti da persone più giovani che possono venire incontro alle loro esigenze. Sono forme di co-housing molto felici per la vita degli anziani, che non si ritrovano più soli, ma in compagnia, condividono le spese, ricreano una famiglia intorno all’anziano solo. È possibile e lo stiamo dimostrando da anni Roma si sta popolando di una rete di queste convivenze solidali he ridanno un’anima alle persone ma anche al territorio stesso».
A livello nazionale sono 9 le città in cui sono coinvolte, compresi gli anziani, circa 30.000 persone, tra anziani, volontari e medici e sono Napoli, Catania, Brindisi, Sassari, Padova, Novara, Genova, Parma e Pavia.
«Aiutare chi ha bisogno è veramente una cosa gratificante — spiega Giacomo La Marra, volontario — mi sono ritrovato coinvolto per caso. Ho perso il lavoro e ho pensato che sarebbe stato opportuno dare una mano a chi si trovava in difficoltà. Stare con gli anziani è come incontrare degli amici, faccio la spesa con il signor Bruno e parliamo della propria vita, ci si confronta, generazioni che si parlano, punti di contatto che si trovano. E’ la bellezza e la scoperta della vita. Ricordiamoci che gli anziani – conclude Giacomo - non sono persone da mettere da parte, sono esseri umani che hanno contribuito a costruire il Paese nel quale viviamo».