· Città del Vaticano ·

Concluso a Tokyo l’incontro promosso da Religions for peace tra rappresentanti di varie religioni

Spazi di pace e luoghi
di riconciliazione

 Spazi di pace e luoghi di riconciliazione  QUO-152
03 luglio 2025

di Francesco Ricupero

Approfondire la fiducia e la comprensione reciproca tra i leader religiosi per sostenere gli sforzi di riconciliazione e identificare le sfide nel realizzarli; facilitare un dialogo interreligioso significativo, radicato nei principi fondamentali di ciascuna tradizione; promuovere la collaborazione multireligiosa con i leader politici per promuovere iniziative di pace a livello locale, concentrandosi sulla prevenzione dei conflitti e sulla risposta umanitaria; rafforzare le alleanze con i responsabili politici, le entità intergovernative e la società civile per potenziare gli sforzi globali di costruzione della pace: sono questi i temi principali affrontati nel corso della tavola rotonda svoltasi a Tokyo dal 1° al 3 luglio, promossa dall’organismo internazionale Religions for peace international.

All’evento hanno preso parte numerosi rappresentanti del cristianesimo in tutte le sue diverse componenti e poi responsabili dell’islam, del buddismo, induismo, ebraismo, confucianesimo, shintoismo, sikhismo, taoismo e religioni tradizionali, ma anche leader di Paesi attualmente interessati dai conflitti. Tutti insieme per dire no alla guerra e per cercare di costruire società in piena armonia. «Speriamo che questo mondo coinvolto dai conflitti possa guarire e si possa ritornare a un periodo di relativa calma, armonia e tolleranza. Dobbiamo crederci e sperare, soprattutto in quest’anno giubilare», ha dichiarato ai media vaticani Luigi De Salvia, presidente di Religions for peace Italia. «La fiducia e la speranza — ha proseguito — ci devono sempre essere; è come quando a un malato viene data una cura per farlo guarire, il malato deve crederci, altrimenti gli sforzi compiuti sono vani. Dalla tavola rotonda di Tokyo mi auguro che possa nascere un nuovo approccio, un nuovo pensiero. Mi aspetto che via sia la riaffermazione di una continuità di impegno». Infatti, l’obiettivo dell’evento è stato quello di offrire uno spazio cruciale per il dialogo interreligioso e la collaborazione multireligiosa con i leader politici per affrontare le crisi globali in ogni fase del ciclo del conflitto, dalla creazione della pace alla riconciliazione a lungo termine.

Nata nel 1970 a Kyoto, Religions for peace è impegnata nella cooperazione multireligiosa per la pace, basata sul principio del profondo rispetto per le differenze religiose. Come rete internazionale di comunità che comprende oltre 90 Paesi, l’organismo internazionale è impegnato nella risoluzione dei conflitti, nell’assistenza umanitaria e in altre attività di costruzione della pace attraverso il dialogo e la cooperazione tra le fedi su base internazionale, regionale e nazionale — in ogni continente — ed è presente in particolare in alcuni dei punti più travagliati della terra. Durante i lavori, particolare attenzione è stata rivolta all’Ucraina, alla Striscia di Gaza e al Myanmar, «un Paese che è stato più volte ricordato da Papa Francesco e anche da Leone XIV», ha sottolineato De Salvia. Alla tavola rotonda — ha concluso il presidente di Religions for peace Italia — ha partecipato anche il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon e coordinatore di Religions for Peace in Myanmar. E sarà dedicato a questo Paese un prossimo incontro per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto accade in Myanmar».