Quel capolavoro

03 luglio 2025
di Gabriele Nicolò
All’epoca destò scalpore l’ardita riserva formulata da Giovita Scalvini, in un saggio del 1829, riguardo a I promessi sposi. Lo scrittore osservava che nel romanzo «c’è dell’uniforme e dell’insistente», e non si ha la sensazione di poter «spaziare liberi per entro la gran varietà del mondo morale». Lamentava poi che spesso si avverte di essere «non sotto la gran volta del firmamento che copre tutte le multitudini esistenti, ma sotto quella del tempio che copre i fedeli e l’altare». Questo giudizio, afferma Benedetto Corce, «merita di essere approfondito» perché apre la via alla «giusta interpretazione critica di uno dei maggiori capolavori della nostra letteratura».
Il filosofo si chiede da dove nasca «il senso di ...
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