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Per il caldo record centinaia di morti in Spagna. Vittime anche in Italia e in Francia. Maxi-roghi a Creta e in Turchia: migliaia gli evacuati

L’Europa soffoca

epa12208721 A thermometer next to the Torre de la Malmuerta (L) displays 43 degrees during the ...
03 luglio 2025

Se la “bella stagione” si trasforma in un inferno. Condizioni estreme di calore, riconducibili ai cambiamenti climatici in atto, stanno producendo in queste ore conseguenze tragiche per la vita delle persone e per l’ambiente. Da giorni l’Europa è funestata dal caldo torrido dovuto a temperature record per la media stagionale. Incendi e vittime vengono registrati in diversi Paesi del Vecchio continente.

In Spagna — riporta l’Agenzia meteorologica statale (Aemet) — almeno 102 morti da sabato scorso, mentre nel solo mese di giugno, il più caldo da quando si effettuano le rilevazioni, il locale Sistema di monitoraggio della mortalità giornaliera per tutte le cause (MoMo) ha certificato 380 decessi attribuibili al caldo soffocante. Giugno è stato il mese più caldo dal 1950 a questa parte anche in Slovenia, secondo dati parziali dell’Agenzia per l’ambiente (Arso). In molte città e regioni europee la colonnina di mercurio supera i 40 gradi, facendo esplodere casi di malori improvvisi. Morti anche in Italia: due turisti di 75 e 57 anni sono deceduti in spiaggia in Sardegna. Un uomo di 85 anni è morto per scompenso cardiaco al pronto soccorso del San Martino di Genova dove era arrivato per disidratazione e con comorbidità. Tragedia anche in autostrada: un camionista di 70 anni è stato trovato privo di vita all’interno del suo mezzo fermo in una piazzola di sosta in provincia di Brescia.

A fare le spese del caldo rovente, nella maggioranza dei casi, sono i più fragili, e non solo anziani. In Francia una bimba americana di 10 anni, che già soffriva di problemi cardiaci, è morta per un infarto, probabilmente dovuto a un colpo di calore, alla Reggia di Versailles.

Le temperature record sono la causa anche di maxi-roghi sull’isola di Creta, dove circa 5.000 persone sono state evacuate dalla regione di Lasithi, per le fiamme divampate in una zona boschiva. Incendi poi sulla costa egea della Turchia: 5 distretti evacuati nell’area di Smirne. Ma a soffrire di un calore sempre più elevato sono anche i mari. Secondo Greenpeace Italia, l’anno scorso si è registrata la temperatura media annuale più alta nel bacino del Mediterraneo, con un valore medio di 21,16°C, mentre i valori stagionali rilevati dai satelliti sono stati i più alti degli ultimi 43 anni.

L’ondata di caldo torrido di inizio estate è un segnale preoccupante di ciò che verrà, dichiara l’Organizzazione meteorologica mondiale, secondo la quale oltre i due terzi delle ondate più gravi in Europa dal 1950 si sono verificate a partire dal 2000. E il VI Rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) mostra come la frequenza e l’intensità degli eventi di calore estremo siano in aumento costante in tutta Europa.

D’altro canto, le strategie di contrasto alle alte temperature hanno effetti significativi sui consumi elettrici in tutto il mondo, con importanti ricadute economiche, ambientali e di equità. A dirlo è il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc). L’adozione crescente dell’aria condizionata, oltre ad avere una distribuzione diseguale tra i vari Paesi del mondo, genera ulteriori emissioni di C02, paragonabili a quelle annuali di grandi nazioni industrializzate, come Germania o Indonesia, andando a impattare a sua volta sui cambiamenti climatici globali. (roberto paglialonga)