Una vita dedicata al perdono

Il Cardinale argentino Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires, è morto lunedì 30 giugno nella capitale argentina all’età di 98 anni. Religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nacque a Federación, in diocesi di Concordia, il 17 aprile 1927, ed era stato ordinato sacerdote il 29 marzo 1952. Nel Concistoro del 30 settembre 2023, già novantaseienne, da Papa Francesco era stato creato e pubblicato cardinale diacono di Sant’Angelo in Pescheria. Le esequie sono state celebrate oggi, mercoledì 2 luglio, a Buenos Aires, dall’Arcivescovo Jorge Ignacio García Cuerva.
Seppe della decisione di Papa Bergoglio d’annoverarlo tra i membri del Collegio cardinalizio mentre si accingeva a entrare nel confessionale del santuario di Nuestra Señora de Pompeya, dove trascorreva ogni giorno sette ore, offrendo ai fedeli il perdono e la misericordia di Dio. In confessionale teneva esposta una riproduzione del quadro di Rembrandt, raffigurante l’abbraccio tra il padre misericordioso e il figlio prodigo. Ogni volta che una persona si avvicinava a lui per celebrare il Sacramento della Riconciliazione, per prima cosa gli prendeva la mano e la baciava, perché ognuno si sentisse accolto e confortato dall’amore del Signore. Intorno al confessionale è ruotata tutta la sua vita, tanto che il compianto Pontefice, suo connazionale, lo aveva indicato più volte come esempio da seguire nell’accoglienza dei penitenti.
Nato nella provincia di Entre Ríos, in una famiglia dove tutti i figli, tranne uno, si sono consacrati a Dio nella vita religiosa, fin da giovanissimo Luis Pascual si dedicò ai lavori nei campi e alla cura degli animali mentre frequentava la scuola rurale. Compiuti gli studi primari e secondari nel seminario dei Frati Cappuccini, dove era entrato quando aveva appena 11 anni, si trasferì in Uruguay, a Montevideo, per svolgere il noviziato nel quartiere di Nuevo París.
Vestì il saio il 21 febbraio 1945 e quattro anni dopo emise la professione perpetua. Ordinato sacerdote nella cattedrale di Montevideo dall’Arcivescovo Antonio María Barbieri, diresse poi il seminario minore San Francisco de Carrasco (dal 1953 al 1955), nel quale diventò successivamente maestro dei novizi (1959), e il seminario Seráfico di Villa Gobernador Gálvez, in Argentina.
Recatosi in Europa nel 1961 per specializzarsi come formatore dei novizi, tornò l’anno dopo a Montevideo per iniziare la missione di educatore presso il Collegio e Liceo Secco Illa, dove rimase fino al 1974. Successivamente fu parroco a Empalme e a Colonia Nicolich e, nel 1976, maestro dei novizi a Minas, sempre in Uruguay; nel 1983 operò di nuovo a Villa Gobernador Gálvez, dove dal 1983 al 1987 guidò la parrocchia di San Enrique per poi diventare parroco, dal 1987 al 2000, di Santa María de la Ayuda a El Cerro de Montevideo. Ricordando la propria esperienza pastorale in Uruguay, rivelava di ricevere ancora dopo tanto tempo i saluti dei suoi studenti, grati per gli anni trascorsi con lui e per avere sempre cercato il rispetto delle persone, senza imporre regole ferree. All’inizio del 2000 rientrò nella capitale argentina come parroco del santuario di Nostra Signora di Pompei fino al 2003 e poi a Mar del Plata, prima di tornare allo stesso santuario mariano nel 2007.
Dopo averlo conosciuto a Buenos Aires quando era arcivescovo e averne apprezzato la spiritualità e lo stile pastorale, Papa Francesco parlò in diverse occasioni di Luis Pascual Dri. Una prima volta il 6 marzo 2014, durante un incontro con i parroci di Roma. Spiegando il significato della misericordia, aveva presentato come testimone da imitare proprio il sacerdote cappuccino: «È un grande confessore: c’è sempre la coda lì da lui... Una volta è venuto da me: “Ma Padre...”, “Dimmi”, “Io ho un po’ di scrupolo, perché so che perdono troppo!”. A un certo punto mi ha detto: “Sai, quando io sento che è forte questo scrupolo, vado in cappella, davanti al Tabernacolo, e dico al Signore: Scusami, Tu hai la colpa, perché mi hai dato il cattivo esempio!”». «Questa, commentò il Papa, è una bella preghiera di misericordia! Se uno nella Confessione vive questo su di sé, nel proprio cuore, può anche donarlo agli altri».
Pochi mesi dopo, l’11 maggio, lo stesso Pontefice lo citò nell’omelia della santa Messa per le Ordinazioni presbiterali e poi nel libro-intervista Il nome di Dio è misericordia, riproponendo la sua figura anche il 9 febbraio 2016 durante la Celebrazione eucaristica in San Pietro con i Frati Cappuccini. Il 2 marzo 2017, inoltre, Francesco donò ai parroci di Roma una copia del libro Non aver paura di perdonare. Il «confessore del Papa» si racconta, dedicato a padre Dri.
Nell’amministrare il Sacramento della Riconciliazione, il cappuccino aveva dichiarato più volte di tenere come punti di riferimento due santi del suo stesso ordine: Leopoldo Mandić e Pio da Pietrelcina, quest’ultimo conosciuto personalmente nel 1960.
Nel 2023 Papa Francesco lo creò Cardinale nello stesso Concistoro in cui ricevette la porpora l’agostiniano Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV. A causa delle sue condizioni di salute e dell’età avanzata, il Cardinale Dri non aveva potuto recarsi a Roma per partecipare al rito in San Pietro, ma il successivo 11 ottobre ricevette la berretta e l’anello dal Nunzio Apostolico Mirosław Adamczyk, durante una cerimonia nella cattedrale della Santissima Trinità a Buenos Aires.
Finché le forze glielo permisero, continuò a servire il Signore dal confessionale, amministrando il Sacramento della Riconciliazione nel santuario di Nuestra Señora de Pompeya, dove sarà sepolto.