Testimoni appassionati

di Isabella Piro
«O Dio… fa’ che la tua Chiesa segua sempre l’insegnamento degli apostoli dai quali ha ricevuto il primo annuncio»: la preghiera colletta pronunciata da Leone XIV ha racchiuso il senso della celebrazione eucaristica presieduta ieri mattina, domenica 29 giugno, nella basilica Vaticana. Nella solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli, patroni dell’Alma città di Roma, all’altare della Confessione il Pontefice ha benedetto i palli imponendoli a 54 nuovi arcivescovi metropoliti provenienti da ventotto Paesi del mondo.
I più rappresentati erano gli Stati Uniti d’America (8), seguiti da Brasile (5) e Venezuela (4); quindi Messico, Argentina, Costa d’Avorio, India, Polonia e Italia (3 ciascuno); Sud Africa, Spagna, Guam, Mali, Galles, Indonesia, Guatemala, Burkina Faso, Albania, Thailandia, Nuova Caledonia, Francia, Filippine, Perú, Senegal, Canada, Papua Nuova Guinea, Inghilterra e Vietnam (uno per ogni nazione). Gremivano la basilica più di cinquemila fedeli, mentre altrettanti seguivano il rito da piazza San Pietro.
Aperta dalla processione introitale, la messa è proseguita con la liturgia della Parola: la prima lettura, in inglese, è stata tratta dagli Atti degli Apostoli (12, 1-11); il Salmo intonato è stato il 33, «Il Signore mi ha liberato da ogni paura»; la seconda lettura, in spagnolo, è stato un brano della seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (4, 6-8. 17-18). Il Vangelo proclamato è stato quello di Matteo (16, 13-19): il passo in cui il Signore affida a Pietro la guida della Chiesa.
Dopo l’omelia del vescovo di Roma, i diaconi hanno preso i palli dalla Confessione di san Pietro e li hanno portati davanti al Pontefice. Quindi, il cardinale protodiacono, Dominique Mamberti, ha presentato i 54 nuovi metropoliti, i quali hanno letto una simul la formula di giuramento. Subito dopo, Leone XIV ha recitato l’orazione di benedizione e imposizione dei palli — «giogo evangelico… simbolo di unità e segno di comunione con la Sede Apostolica» — poggiandoli poi sulle spalle degli arcivescovi e scambiando con ciascuno di loro un abbraccio di pace.
Insieme al Papa hanno concelebrato una quarantina di cardinali, guidati dal decano, Giovanni Battista Re. Tra loro Stephen Brislin e Robert Walter McElroy, metropoliti rispettivamente di Johannesburg, in Sud Africa e di Washington, negli Stati Uniti, saliti all’altare durante la preghiera eucaristica.
Hanno concelebrato, inoltre, circa trecento vescovi: tra loro i partecipanti al Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, apertosi ieri a Roma.
Con il Corpo diplomatico erano gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Staato, e Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, e monsignor Roberto Campisi, assessore.
Hanno partecipato anche il metropolita di Calcedonia Emmanuel, presidente della Commissione sinodale del Patriarcato Ecumenico per i rapporti con la Chiesa cattolica, e i padri Aetios e Ieronymos, membri della delegazione del Patriarcato ecumenico giunta a Roma in occasione della solennità. Li accompagnavano il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, l’arcivescovo Flavio Pace, segretario, e monsignor Andrea Palmieri, sottosegretario.
Durante la preghiera dei fedeli sono state elevate intenzioni in hindi, francese, italiano, portoghese e polacco; tra le altre, una per i nuovi arcivescovi metropoliti, affinché Dio «li cinga con il giogo della carità e della sollecitudine per il gregge e li renda appassionati testimoni della Croce che salva»; e una per i popoli e i governanti della Terra, perché il Signore della pace «sciolga dalle catene dell’odio quanti sono perseguitati per la giustizia e liberi ogni uomo dall’indifferenza e dall’egoismo».
Dopo la benedizione apostolica e il canto dell’antifona mariana Salve Regina, il Pontefice, insieme al metropolita Emmanuel, ha pregato davanti alla Confessione di San Pietro. Quindi, Leone XIV ha sostato davanti alla statua bronzea dell’apostolo — tradizionalmente attribuita ad Arnolfo di Cambio — vestita con il piviale e la tiara in occasione della solennità.
La messa — conclusasi con il canto Tu es Petrus — è stata diretta dall’arcivescovo Diego Giovanni Ravelli, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, e animata dal coro della Cappella Sistina, guidato da monsignor Marcos Pavan.