· Città del Vaticano ·

Pellegrini di Speranza A bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, una chiesa galleggiante del Giubileo

Dal veliero dei sogni alla barchetta di Pietro

 Dal  veliero  dei sogni alla  barchetta  di Pietro  ODS-033
05 luglio 2025

di Agnello Stoia*

È cominciato tutto con un gesto di amicizia e di fede. Nell’ottobre scorso, Arcangelo, uno degli amici dell’«Osservatore di Strada», mi chiese di celebrare una messa per suo padre che aveva fatto parte dell’equipaggio dell’Amerigo Vespucci, la gloriosa nave scuola della nostra marina militare e, senza dubbio, la più bella nave del mondo. Mi disse che alla messa avrebbero partecipato degli Ufficiali di bordo e sarebbero venuti anche dal Ministero della Difesa. Inoltre, che di lì a poco avrei ricevuto un pacco postale da Singapore con il pane sfornato sulla nave Vespucci…

Per quanto tutto questo discorso assomigliasse a un ponte tibetano sospeso nel vuoto, mi fidai di Arcangelo. Le storie degli amici dell’«Osservatore di Strada» sono, talvolta, talmente incredibili che molto spesso la realtà supera la fantasia! Organizzai con cura ogni cosa e, puntualmente, con grande e piacevole sorpresa, il giorno stabilito giunse nella Basilica di San Pietro una delegazione dalla Vespucci e dal Ministero. E giunse anche il pane, tre forme tonde in una scatola di cartone direttamente all’Ufficio parrocchiale!

In quella occasione ho avuto modo di conoscere Roberto Sfondrini, responsabile della comunicazione della Koor srl Società Benefit per l’Amerigo Vespucci. Con lui eravamo rimasti d’accordo che, quando la nave scuola avesse fatto vela per Civitavecchia, al termine del suo tour mondiale 2023-2025, ci saremmo sentiti. Avevo intenzione di portarci i ragazzi del post-cresima e le loro famiglie.

Quando è iniziato il Giubileo con piacere ho appreso che l’Ordinariato militare italiano aveva indicato quale “chiesa giubilare” la nave scuola: una opportunità davvero singolare per l’equipaggio di vivere l’Anno Santo! Mai nella sua storia il Vespucci è stato una chiesa galleggiante, in giro per il mondo ad offrire l’opportunità di poter lucrare l’indulgenza giubilare.

Il cappellano don Mauro Medaglini, che ci ha accolto a bordo lo scorso primo giugno, mi ha mostrato il tabernacolo e la croce giubilare realizzata dai marinai di bordo con cime e nodi. Non poteva essere diversamente, cime e nodi sono la vita quotidiana sul Vespucci.

Dopo la celebrazione della messa io e il cappellano, attraverso boccaporti, ci inoltriamo nel ventre della nave. Lì ho incontrato Elisabetta, istruttrice di un gruppo di giovani marinai che provengono da più parti d’Italia. Mi hanno raccontato della loro esperienza a bordo e di come si convive in quattrocento in uno spazio tanto risicato. Mi hanno mostrato dove si approntano le amache per la notte e le gamelle di acciaio su cui si consumano i pasti. Erano curiosi di conoscere il parroco di san Pietro ed io di conoscere loro.

Con Filippo, un marinaio di Grottaglie, abbiamo fatto insieme il viaggio di rientro: ci siamo incontrati alla stazione ferroviaria di Civitavecchia, direzione Roma San Pietro. Dalla passeggiata del Gelsomino al Perugino sono due passi, felice di ricambiare l’ospitalità sotto er Cuppolone.

Dal Vespucci alla Basilica è stato un attimo, in compagnia di un marinaio da accompagnare dal pescatore di Galilea, ed io che, con tanta semplicità, tornavo dal veliero dei sogni alla barchetta di Pietro.

* Parroco di San Pietro in Vaticano