· Città del Vaticano ·

Il racconto

Ieri nemici, oggi amici

 Ieri nemici, oggi amici  QUO-140
18 giugno 2025

di Fabrizio Peloni

A distanza di quasi 8 mesi Marco, bambino di 12 anni costretto sulla carrozzina per via di una malattia genetica rara, è tornato all’udienza generale in piazza San Pietro. Il 23 ottobre aveva realizzato il sogno di dare «un grande abbraccio a Papa Francesco». Oggi «sono venuto con l’intenzione di portare a Leone XIV delle mozzarelle, ma fa troppo caldo e per paura che si rovinassero le ho lasciate a casa. Ma sono comunque felice di aver visto e ascoltato il Santo Padre» le parole del ragazzo, a Roma dalla Sicilia insieme con il papà Pietro. Mentre parla e racconta le proprie sensazioni il suo sorriso viaggia insieme agli occhi, emozionati già al primo scambio di battute. Con papà e mamma sempre al seguito è pronto ad affrontare con coraggio qualsiasi avventura, compreso il nuovo ricovero — sono stati oltre cento nella sua vita — previsto nei prossimi giorni all’ospedale “Bambino Gesù”. Il signor Pietro, dopo la visione sui megaschermi del video — realizzato dal Dicastero per la comunicazione per divulgare l’opera dell’Obolo di San Pietro — con gli incessanti appelli di Leone XIV alla pace e all’amore, ha ringraziato «il Santo Padre per ricordarci continuamente che la pace inizia dentro le nostre case, disarmando le parole che, ahimè anche senza rendercene conto, usiamo a volte con i nostri cari», esprimendo gratitudine «verso tutte quelle “creature di pace e di amore”, così mi piace considerare quelle persone che si sono prese cura di Marco, dai dottori al personale incontrato all’accettazione».

Altre “creature di pace” presentatesi stamane al vescovo di Roma dietro uno striscione decisamente emblematico — «Il nemico di ieri è l’amico di oggi!» — sono i discendenti di alcuni dei maggiori protagonisti della storia durante la Seconda guerra mondiale. Di Winston Churchill, così come del Mahatma Gandhi o dell’allora primo ministro giapponese Hideki Tojo, e dell’ufficiale nazista Amon Göth. Fanno parte del progetto “Hope80” — nato lo scorso marzo in Nepal — e al termine dell’udienza sono stati presentati al Papa da Jun Ichikawa, ambasciatrice in Italia del movimento “Flame of Hope”. «In questo delicato momento storico — ha detto Ichikawa — Hope80 è un pellegrinaggio realizzato per l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e dell’uso della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Insieme, i pronipoti di questi personaggi storici — cui nei prossimi giorni si aggiungerà anche il discendente del presidente americano Harry Truman — portano la fiaccola della speranza per il mondo, auspicando un futuro di pace, senza armi e libero dal nucleare». La presenza di questa rappresentanza è altamente significativa — ha aggiunto il missionario saveriano padre Paulin Batairwa Kubuya, sotto-segretario del Dicastero per il Dialogo interreligioso che segue l’iniziativa — perché «come affermato in Nostra aetate si basa sul dialogo, in particolare tra persone di differenti religioni».

Poco più in là, il vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Gerardo Antoniazzo, giunto nell’Urbe in occasione dell’Anno Santo alla guida di oltre 3500 fedeli, ha evidenziato come la presenza contemporanea di pellegrini dal frusinate e dalla provincia de L’Aquila e Caserta, insieme con 70 sacerdoti e circa 40 sindaci dei comuni all’interno della diocesi, dia «il senso dell’unità con cui stiamo vivendo il Giubileo».

Il presule, che al termine dell’udienza ha presieduto la messa in basilica Vaticana, ha sottolineato — riprendendo l’appello all’unità espresso ieri dal Santo Padre ai vescovi italiani — come «la speranza non vada mendicata, né vissuta in solitudine ma in famiglia, così come nelle comunità parrocchiali».

Maria del Carmen Magallon Duenas — presidente della casa editrice Romana, dal 2011 impegnata nella diffusione del magistero pontificio in spagnolo — ha consegnato al Pontefice il primo numero della rivista «Il mio Papa» e il progetto di un volume contenente omelie e discorsi pronunciati da Prevost quando era vescovo di Chiclayo.

Prima di lei Ben Shapiro, scrittore americano di origini ebraiche, ha ringraziato «il Santo Padre per la difesa dei valori biblici eterni che rendono grande la nostra civiltà e colmano con Dio il vuoto nei nostri cuori», e ha regalato al Pontefice una pallina da baseball della squadra di Chicago, i White Sox, per cui entrambi fanno il tifo.

Successivamente il Papa ha benedetto alcune icone della Vergine portate in piazza da rappresentanti di confraternite venuti da Italia, Svizzera, Francia e Spagna. Tra queste, quella della “Madonna della Speranza e delle Confraternite”, che nel 2023 è partita dal santuario di Pompei per «una peregrinatio che ha coinvolto praticamente tutto il territorio italiano, visitando anche ospedali e case di cura», ha detto Rino Bisignano, presidente della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia.

Infine il Pontefice, alla presenza dell’Ordinario militare per l’Argentina, monsignor Santiago Oliveira, ha salutato un gruppo di militari del Paese impiegati nel contingente Onu in missione di pace a Cipro.