· Città del Vaticano ·

Intervista con il vicario della Custodia di Terra Santa, Ibrahim Faltas

Un rifugio sicuro
per i bambini di Gaza

A woman carrying a child walks towards an ambulance, after the aircraft carrying Adam Al-Najjar, a ...
14 giugno 2025

di Roberto Cetera

Questa settimana è stata completata con successo l’operazione per trasferire in Italia dalla Striscia di Gaza 17 bambini palestinesi bisognosi di cure urgenti e 53 familiari. Ne parliamo in un’intervista con il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, che da un anno e mezzo è stato promotore di diversi corridoi umanitari che hanno permesso a centinaia di bambini di Gaza di essere curati in Italia.

Padre Ibrahim, questa è la prima volta che i bambini escono da Ramon e non dall’Egitto?

Ho iniziato a pensare a come aiutare i bambini di Gaza a novembre 2023. Dopo un’udienza privata con Papa Francesco, andai al vicino Ospedale Bambino Gesù per salutare amici medici che tanto si erano prodigati negli anni per i bambini di Betlemme e in quell’incontro chiesi di aiutare anche i bambini di Gaza. Da quel giorno è partita l’organizzazione per strutturare gli aiuti che chiaramente ha avuto bisogno del coinvolgimento del governo italiano per il trasferimento dei bambini e dei loro accompagnatori, e l’individuazione delle strutture ospedaliere specializzate per le malattie e le necessità sanitarie dei bambini. Ognuno dei promotori di questa iniziativa ha fatto la sua parte, posso solo confermare la volontà forte del ministro Tajani e di tutta la struttura del ministero degli Esteri italiano per consentire a tanti bambini di raggiungere l’Italia per essere curati. La struttura decide le modalità più opportune per i trasferimenti perché sono azioni che hanno necessità di tutelare la sicurezza delle persone trasferite e dei volontari. Sono profondamente grato al popolo italiano, al ministro e ai funzionari del ministero degli Esteri: sono persone con le quali nel tempo, con alcune da anni, si è stabilito un forte legame e una forte relazione per la comune volontà di aiutare i bisognosi.

Insieme ad Adam c’è anche la piccola Nour, affetta dalla sindrome dei cosiddetti “bambini farfalla” può dirci di che si tratta? E perché dall’inizio della guerra molti “bambini farfalla” non sono riusciti a sopravvivere?

Nour ha sei anni. Con il nome delicato delle farfalle vengono indicati i bambini affetti da epidermiolisi bollosa, una malattia della pelle che la rende sottile e fragile, come quella delle farfalle. Questa malattia provoca bolle che lacerandosi si infettano se non curate in maniera specialistica e con farmaci e presidi sanitari che certamente a Gaza non sono reperibili. Sono informazioni che ho ricevuto da medici e volontari di un centro di eccellenza di Modena, che prima del 7 ottobre 2023, si recavano a Gaza regolarmente per curare i bambini affetti da questa malattia che provoca grandi sofferenze, soprattutto nei mesi caldi. Mi hanno detto che avevano in cura molti bambini fino a venti mesi fa ma di molti non hanno più avuto notizie e contatti.

In queste ore lei, che è rimasto a Gerusalemme, è in contatto telefonico con i genitori dei bambini? Cosa le dicono?

Avevo sentito nei giorni scorsi Alaa, la mamma di Adam. Alaa ha detto ad Adam che l’Italia li avrebbe accolti e sarebbe guarito grazie ai medici italiani. L’Italia rappresenta per loro un rifugio sicuro dopo tanto dolore. Ho parlato con il padre di Nour a telefono: non riusciva ad esprimere la sua gioia per la possibilità di avere cure e sollievo per la sua bambina. Due bambini che insieme ad altri stanno ricevendo aiuto in un periodo molto difficile della loro breve vita. Due nomi particolari: Adam è il nome del primo uomo, Nour significa luce. Preghiamo perché l’umanità ricominci a percorrere strade di luce.

Ci potrebbero essere nuovi arrivi nei prossimi giorni?

Vorrei poter avere notizie certe su nuovi arrivi. La decisione di trasferimenti dipende da momenti favorevoli che non sono sempre prevedibili. Bisogna essere pronti e disponibili ad ogni possibilità. Soprattutto bisogna fermare questo vortice di violenza che stringe sempre di più la Terra Santa e toglie luce alla speranza. Che Dio aiuti chi soffre e non ha colpa.