· Città del Vaticano ·

Il saluto del cardinale vicario Baldassare Reina

Un presbiterio pastoralmente appassionato

 Un presbiterio pastoralmente appassionato  QUO-135
12 giugno 2025

Un presbiterio «generoso, con un forte senso di appartenenza e con una passione pastorale molto marcata»: il cardinale vicario Baldassare Reina ha presentato così a Leone XIV i preti di Roma. Un clero che «di fronte alle difficoltà reagisce in maniera positiva — ha aggiunto —; schietto nel riconoscere i problemi o le criticità, con uno spiccato senso dell’umorismo e sempre pronto a ripartire per il bene della Chiesa e delle singole comunità».

Il presbiterio dell’Urbe, ha continuato Reina, è una presenza «ricca e variegata» composta da 809 sacerdoti, 149 diaconi permanenti, 500 preti di altre diocesi presenti nelle parrocchie per motivi di studio e oltre 2.300 nei collegi universitari. Il clero di associazioni clericali e prelature è composto da 211 sacerdoti, quello religioso da 3.914 per un totale di oltre 8.000 tra sacerdoti e diaconi. Nello specifico, del clero romano 579 svolgono un servizio in diocesi (tra parrocchie, uffici, insegnamento, cappellanie e altri servizi), 15 hanno un ufficio fuori diocesi, 132 a vario titolo stanno svolgendo un’attività missionaria, oltre 50 hanno deciso di fermarsi per una sosta di riflessione o per altre sofferenze.

Numerose sono inoltre le parrocchie dell’Urbe, pari a 333, 174 le rettorie, oltre 100 le cappellanie degli ospedali e delle case di cura, 18 le cappellanie dei migranti, 3 le cappelle delle case circondariali, molteplice la presenza nelle scuole pubbliche e nelle pontificie università.

Per quanto riguarda gli oltre 50 sacerdoti anziani e con problemi di salute, essi sono accuditi nella casa San Gaetano al Divino Amore.

Infine, per la diocesi di Roma si contano 40 seminaristi presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, altrettanti presso il Collegio Diocesano Redemptoris Mater e 4 presso l’Almo Collegio Capranica.

«Nei confronti di tutti i sacerdoti e diaconi che arrivano da fuori diocesi — ha evidenziato Reina — ci prendiamo cura attraverso l’accoglienza e l’accompagnamento formativo». Quanti non alloggiano nei collegi universitari sono accolti nelle parrocchie, perché «è una sana consuetudine che i presbiteri vivano insieme con esperienze belle di comunione e con una condivisione anche delle fatiche pastorali».

Non ha mancato, il porporato, di menzionare le difficoltà, quali le molteplici provenienze, culture e sensibilità dei sacerdoti, nonché i «diversi i modelli formativi» che talvolta rendono faticoso il «comporre e a trasmettere una visione unitaria». Senza dimenticare i «condizionamenti culturali di questo tempo complesso» con tutte le sue numerose sollecitazioni.

Per questo, ha concluso il cardinale vicario, i preti di Roma affidano al loro vescovo «l’obbedienza della vita al disegno del Padre per contribuire a rendere sempre più bella e santa la nostra amata diocesi».