· Città del Vaticano ·

Azioni coordinate per il boicottaggio delle guerre

A Marsiglia e Genova
i portuali bloccano
carichi di armi

 A Marsiglia e Genova i portuali bloccano carichi di armi  QUO-131
07 giugno 2025

di Ilaria De Bonis

Il boicottaggio delle guerre e dei conflitti parte (anche) dal basso e dal rifiuto di chi dovrebbe caricare armi sulle navi, per farle arrivare a destinazione, di rendersi «complice dei massacri». È quanto sta avvenendo nei porti di Marsiglia e Genova, dove un’azione coordinata tra lavoratori portuali ha impedito «l’imbarco di munizioni e mitragliatrici sulla nave Contship ERA della compagnia ZIM, diretta in Israele». A parlarne è Josè Nivoi, del Collettivo autonomo lavoratori portuali (Calp) di Genova.

Ieri sera nel capoluogo ligure il Calp ha organizzato un’assemblea pubblica dove si è dibattuto delle modalità di controllo e presidio della nave. «Abbiamo atteso la nave che arrivava da Marsiglia, dove i nostri colleghi francesi si erano già rifiutati di caricare le armi a bordo — spiega — i portuali francesi ci avevano chiesto di sorvegliarla per assicurarsi che fosse effettivamente vuota e che le mitragliatrici nel frattempo non fossero giunte via terra».

E così è stato: il presidio, molto partecipato, ha impedito oggi un eventuale carico “a tradimento”. L’annunciato “rifornimento tecnico” della Contship nel porto genovese, non convinceva affatto i lavoratori italiani. Poiché la navigazione tra Marsiglia e Genova richiede 15 ore di viaggio, i portuali temevano «che nel frattempo la compagnia ZIM potesse riempire i cointainer di armi per farle arrivare nel porto italiano via terra» e pretendere che fossero imbarcate sulla nave. A quel punto sarebbe scattata un’azione di disobbedienza civile. «Abbiamo presidiato — dice Nivoi — eravamo tutti pronti in banchina per opporci ad un eventuale carico».

La nave è al momento attraccata al porto genovese e ripartirà nel pomeriggio. «Sono parecchi anni che lavoriamo per metterci in contatto con tutte le realtà portuali del Mediterranei, per creare una rete di mobilitazione contro il traffico di armi. In questo caso prima di Marsiglia, si è attivato anche il porto di Tangeri, in Marocco», precisa Nivoi. Anche perché nei prossimi mesi, dicono i lavoratori, «il traffico di armi mondiale aumenterà dato la propensione alla guerra». Il successo di questa, come di altre operazioni combinate che nel tempo hanno ostacolato «i carichi di morte, dipende in effetti dalla «partecipazione di tutti», commenta don Renato Sacco, coordinatore di Pax Christi. «Non vogliono renderci complici dei conflitti e delle aggressioni armate come quella contro Gaza», ci spiega Sacco da Firenze, dove è in corso il Consiglio nazionale di Pax Christi.

«I portuali di Calp, il collettivo di Genova che ha realizzato quest’ultima azione coordinata, sono amici della Chiesa italiana e noi li sosteniamo in ogni modo», dice don Renato. Josè Nivoi e alcuni suoi colleghi erano stati ricevuti in udienza da Papa Francesco a giugno del 2021, quando si erano rifiutati di caricare materiale bellico a bordo di una nave della flotta saudita Bahri, attraccata a Genova. In quel caso la guerra da “boicottare” era nello Yemen. Stavolta si è impedito un carico per Haifa. Ma la riuscita di operazioni simili è sempre frutto di una collaborazione allargata: al presidio di Genova ci sono, oltre ai portuali, gli studenti universitari, alcuni consiglieri comunali, sindacalisti, diversi attivisti e lavoratori della banchina come Riccardo Rudino di Genova.

«Noi vogliamo far passare il concetto che non essere complici di un genocidio come quello di Gaza — ha detto ieri Rudino durante l’assemblea pubblica — è una responsabilità collettiva. Il terminal, gli armatori, l’agenzia della dogana, le autorità e la Giunta comunale, tutti sono responsabili e tutti possono opporsi». Ognuno nel proprio ruolo. Don Renato Sacco aggiunge: «Se siamo contrari alla guerra dobbiamo alimentare ogni gesto che la impedisce, e non collaborare con chi vuole la guerra. Da Marsiglia e Genova arriva l’esempio».