Colloquio telefonico

Ieri pomeriggio «c’è stata una conversazione telefonica tra Leone XIV e il presidente Putin». Lo ha confermato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, dando conto del primo colloquio intercorso tra il pontefice e il presidente russo.
«Nel corso della telefonata, oltre alle questioni di mutuo interesse — ha riferito Bruni — è stata prestata particolare attenzione alla situazione in Ucraina e alla pace. Il Papa ha fatto un appello affinché la Russia faccia un gesto che favorisca la pace, ha sottolineato l’importanza del dialogo per la realizzazione di contatti positivi tra le parti e cercare soluzioni al conflitto». Si è parlato, inoltre, «della situazione umanitaria, della necessità di favorire gli aiuti dove necessario, degli sforzi continui per lo scambio dei prigionieri e del valore del lavoro che in questo senso svolge il cardinale Zuppi». «Papa Leone — ha concluso Bruni — ha fatto riferimento al patriarca Kirill, ringraziando per gli auguri ricevuti all’inizio del suo pontificato e ha sottolineato come i comuni valori cristiani possano essere una luce che aiuti a cercare la pace, difendere la vita e cercare un’autentica libertà religiosa».
Il Pontefice aveva avuto un colloquio telefonico anche con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky pochi giorni dopo la sua elezione e lo aveva incontrato in occasione della Messa di inizio Pontificato, il 18 maggio scorso. Vari gli appelli lanciati da Leone XIV per la pace in Ucraina. Nel Regina caeli dell’11 maggio aveva affermato: «Porto nel mio cuore le sofferenze dell’amato popolo ucraino. Si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace autentica, giusta e duratura. Siano liberati tutti i prigionieri e i bambini possano tornare alle proprie famiglie».
Il 16 maggio, nel discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Papa aveva espresso l’auspicio di «un mondo in cui ognuno possa realizzare la propria umanità nella verità, nella giustizia e nella pace. Mi auguro — aveva detto — che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l’Ucraina e la Terra Santa».
Nel Regina caeli del 18 maggio, Leone XIV aveva ribadito che «la martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura». Nell’udienza generale del 28 maggio aveva sottolineato che il suo pensiero «va spesso al popolo ucraino, colpito da nuovi, gravi attacchi contro civili e infrastrutture», assicurando la sua vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, in particolare per i bambini e le famiglie: «Rinnovo con forza l’appello a fermare la guerra e a sostenere ogni iniziativa di dialogo e di pace. Chiedo a tutti di unirsi nella preghiera per la pace in Ucraina e ovunque si soffre per la guerra».