· Città del Vaticano ·

Morti di fango

epa12149972 People look for their belongings in their homes destroyed following heavy rainfall in ...
03 giugno 2025

di Federico Piana

Le povere case di fango e pietre dei contadini della città di Mokwa ormai non ci sono più. La furia dell’alluvione che nei giorni scorsi ha colpito la Nigeria le ha fatte collassare su sé stesse come fossero burro fuso quando l’impeto di un’enorme quantità d’acqua ne ha impregnato le deboli fondamenta fino quasi a farle sciogliere del tutto.

Tra quelle macerie che hanno reso spettrale gran parte dello Stato del Niger del quale la città di Mokwa è capoluogo amministrativo, i soccorritori ormai hanno smesso di scavare: la loro tragica certezza, però, è che là sotto ci siano ancora intrappolati molti uomini, donne e bambini.

Per ora i dati ufficiali sono impietosi: oltre 200 le vittime, più di 4.000 gli sfollati tra i quali oltre 1600 minori, 260 gli edifici crollati. Ma i numeri registrati sono da considerarsi molto più bassi rispetto alle cifre reali: il bilancio finale, assicurano i responsabili delle squadre di soccorso, sarà inesorabilmente destinato a salire.

Con un comunicato rivolto alle autorità governative e all’intera popolazione, monsignor Martin Igwemezie Uzoukwu, vescovo di Minna, diocesi che si estende nel territorio dello Stato del Niger per oltre 36.000 chilometri quadrati e che comprende molte delle cittadine distrutte, ieri sera ha espresso il suo profondo dolore e la sua più grande commozione: «È un evento triste per tutti noi che richiede solidarietà e collaborazione tra tutte le parti interessate, a prescindere dalle affiliazioni religiose o tribali. Siate certi delle nostre preghiere e del nostro sostegno mentre lavoriamo insieme per ricostruire la comunità e ridare speranza alla nostra gente».

Ma le acque non hanno sommerso solo Mokwa. «Anche altre parti dello Stato del Niger sono state colpite da alluvioni improvvise come quella che ha devastato la zona di Duma che si trova nell’area amministrativa di Agaie: qui il reverendo James Omeh e una donna sono annegati dopo che il veicolo sul quale viaggiavano e caduto da un ponte già danneggiato» ha raccontato a «L’Osservatore Romano» padre Bahago Dauda Musa, direttore della Caritas della diocesi di Minna.

Dopo aver interpellato fonti attendibili sul territorio, il sacerdote è stato in grado di rivelare che a rendere più devastante le inondazioni sarebbe stata la deliberata ed insensata «deviazione dei piccoli affluenti che alimentano il fiume Niger» costringendo così l’acqua in eccesso ad invadere terreni e villaggi abitati. «La gente — ha aggiunto padre Musa — ora ha bisogno di tutto: cibo, vestiti, forniture mediche per i feriti. Chiediamo alla comunità internazionale di aiutarci inviandoci beni di prima necessità e sostenendo la creazione di un campo temporaneo per gli sfollati».

La Chiesa locale, anche se ha subito solo lievi danni che hanno interessato soltanto una famiglia cattolica, non ha perso tempo per scendere in campo e soccorrere la popolazione: «L’alluvione ha completamente cancellato una vasta zona a maggioranza musulmana ma noi ci stiamo mobilitando raccogliendo dai cattolici vestiti e altri beni di prima necessità che poi saranno donati a chi ne ha più bisogno».

Questo disastro ambientale non fa altro che aggravare una crisi umanitaria già al limite della sopportazione. Padre Musa ha ricordato che la Nigeria, ed in particolare proprio lo Stato del Niger, «da oltre 14 anni è alle prese con le violenze dei gruppi armati che diffondono dolore e morte con ripetuti attentati terroristici. Mentre fino a ieri la regione di Mokwa era relativamente tranquilla dal punto di vista del banditismo, ora si potrebbero creare nuove tensioni perché gli aiuti destinati agli sfollati interni provocati dalla guerriglia dovranno essere divisi o totalmente destinati alle vittime dell’alluvione».

Nell’intesa stagione delle piogge, che in Nigeria avrà il suo picco da agosto a settembre, si teme che anche altri 5 Stati possano essere investiti da potenti inondazioni. La notizia, ha confermato il direttore della Caritas locale, è stata diffusa con un report dall’Agenzia meteorologica nigeriana secondo la quale le forti piogge alternate a lunghi periodi di siccità causati dai cambiamenti climatici potrebbero amplificare la dura crisi alimentare in cui versa la Nazione: nel 2025, secondo gli ultimi dati dell’Onu, le persone a rischio fame sono salite a più di 30 milioni.(federico piana)