· Città del Vaticano ·

Leone XIV alla commemorazione del beato cardinale Hossu, martire in Romania

Apostolo di speranza
per dire no a ogni violenza

 Apostolo di speranza per dire no a ogni violenza   QUO-127
03 giugno 2025

Il beato cardinale Iuliu Hossu è stato «uomo di dialogo» e «apostolo della speranza»: durante l’atto commemorativo presieduto ieri pomeriggio, 2 giugno, nella suggestiva cornice della Cappella Sistina, Leone XIV ha definito così il porporato romeno, morto nel 1970 e beatificato nel 2019 a Blaj.

Evidenziando l’attualità del messaggio di Hossu, il Pontefice lo ha ricordato come «modello di uomo libero, coraggioso e generoso fino al sacrificio supremo. Ecco perché il suo motto “La nostra fede è la nostra vita” dovrebbe diventare il motto di ciascuno di noi». Dal Papa è giunto infine l’invito a superare, sull’esempio del martire, «l’odio attraverso il perdono e a vivere la fede con dignità e coraggio», dicendo «“no” ad ogni violenza, ancor più se perpetrata contro persone inermi e indifese, come bambini e famiglie!».

La commemorazione del porporato, tenutasi nell’Anno nazionale che il Parlamento di Bucarest ha voluto dedicargli nel 140° anniversario della nascita, è stata accompagnata da momenti musicali e dalla lettura di brani di memorie del beato. Ha preceduto il discorso di Leone XIV il saluto di Silviu Vexler, presidente della Federazione delle Comunità ebraiche romene: tra il 1940 e il 1944, infatti, Hossu contribuì a salvare dalla morte migliaia di ebrei della Transilvania settentrionale.

Quindi, è stato letto un messaggio del cardinale Mureşan, arcivescovo maggiore di Făgăraş şi Alba Iulia dei Romeni, che ha messo in luce come il martire abbia lasciato in eredità «la lotta ininterrotta per la verità e la giustizia», insieme alla forza di «perdonare e amare» anche i persecutori.

Leggi anche:

Il discorso del Papa