· Città del Vaticano ·

Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani

Un abbraccio grande
quanto il mondo

 Un abbraccio grande quanto il mondo  QUO-126
02 giugno 2025

di Isabella Piro

Scaldata dal calore del sole, promessa dell’estate imminente, e dall’entusiasmo di settantamila fedeli: così si presentava piazza San Pietro ieri mattina, 1° giugno, VII domenica di Pasqua, in occasione della messa presieduta da Leone XIV per il Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani.

Bandiere di oltre cento Paesi e di tante realtà che accompagnano la crescita umana e spirituale dei nuclei familiari hanno colorato l’area, insieme ai cappellini indossati dai numerosi gruppi e associazioni impegnati nel settore. Nello spazio abbracciato dal colonnato del Bernini, c’erano davvero la Chiesa famiglia di Dio e la famiglia Chiesa domestica.

Prima dell’inizio della celebrazione, il Pontefice ha compiuto un lungo giro in papamobile, attraversando lentamente tutti i reparti della piazza, fino ad arrivare quasi all’inizio di via della Conciliazione. In piedi sulla giardinetta bianca scoperta, il Papa sorridente ha salutato e benedetto i presenti con affetto, portando spesso al petto le mani giunte, in segno di gratitudine. Più volte la vettura si è fermata per consentire al vescovo di Roma di benedire i bambini: il segno della croce sulla fronte, la mano paternamente poggiata sul capo dei più piccoli e una tenera carezza per calmare il pianto dei neonati, spaesati tra il clamore della folla. Qualcuno più grandicello ha “battuto il cinque” a Leone XIV che ha ricambiato con spontaneità; un altro fedele gli ha donato un mazzolino di rose bianche e un altro ancora ha lanciato verso la papamobile un peluche, raggiungendo il Pontefice a una spalla e suscitando in lui un’allegra risata.

Concluso il giro, il Papa ha indossato i paramenti nella basilica Vaticana e uscito sul sagrato ha dato inizio alla messa. L’entusiasmo e la gioia dei presenti sono divenuti silenzio e raccoglimento quando la schola ha intonato il canto “Io cerco il tuo volto Signore”. Hanno concelebrato una quarantina tra cardinali e vescovi e circa quattrocento sacerdoti. Tra i porporati, in particolare, erano Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, e Beniamino Stella, prefetto emerito della Congregazione per il Clero, saliti all’altare al momento della preghiera eucaristica. Era anche l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’Evangelizzazione nel mondo, cui è affidata l’organizzazione del Giubileo.

Durante la liturgia della Parola la prima lettura, in spagnolo, è stata tratta dagli Atti degli Apostoli (7, 55-60); il Salmo, in italiano, è stato il 96, “Il Signore regna: esulti la Terra”; la seconda lettura, in inglese, è stata tratta dal Libro dell’Apocalisse di san Giovanni Apostolo (22, 12-14. 16-17.20). Sempre di Giovanni è stato il Vangelo (17, 20-26), ovvero il passo in cui Gesù prega il Signore «perché tutti siano una cosa sola».

Parole richiamate da Leone XIV all’omelia, con la quale ha affidato alle famiglie il mandato evangelico di vivere in una «unione universale». E per le famiglie sono state elevate speciali intenzioni durante la preghiera dei fedeli in cinque lingue: cinese, francese, croato, swahili e arabo. In particolare si è pregato per i nuclei familiari «feriti da divisioni e violenze», affinché le comunità cristiane li «accolgano nella carità»; per i fanciulli, perché «il Signore sia per loro vero amico»; e per le giovani coppie, affinché «il Dio dell’amore le renda disponibili ad accogliere il dono della vita».

Durante la liturgia eucaristica, accompagnata dal canto “Pietre vive”, dieci fedeli — tra cui una famiglia numerosa — hanno portato all’altare le offerte per il sacrificio. La comunione è stata distribuita dai sacerdoti concelebranti e dai seminaristi dei Collegi romani.

Quindi, prima di intonare il “Regina Caeli”, il Papa ha rivolto un particolare pensiero alle famiglie che soffrono a causa della guerra, infine ha impartito la benedizione finale. La messa, diretta dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, arcivescovo Diego Ravelli, e animata dal coro della Cappella Sistina, guidato da monsignor Marcos Pavan, si è conclusa mentre in sottofondo risuonava l’inno del Giubileo “Pellegrini di speranza”: sullo sfondo uno striscione bianco e rosso con la scritta «La tua famiglia ti rende grazie», innalzato da alcuni fedeli, ha racchiuso il senso dell’intero appuntamento giubilare.