· Città del Vaticano ·

Lo storico passaggio del Giro d’Italia nella Città del Vaticano

E Nairo volle essere ultimo
(per dire grazie al Papa)

 E Nairo volle essere ultimo (per dire grazie al Papa)  QUO-126
02 giugno 2025

Nairo Quintana, 35 anni, in bici cerca di essere sempre primo. Nel 2014 ha vinto anche il Giro d’Italia, Ma ora, qui, in Vaticano, davanti al Papa fa di tutto per essere ultimo. Così lascia sfilare tutti i compagni di avventura sportiva e si avvicina, con un delicato colpo di pedale, a Leone XIV. Un gesto che spiega così: «Ho avvertito nel cuore di dover dire “grazie” al Papa da ciclista ma soprattutto da colombiano, da uomo di fede che fa parte del popolo dall’America latina dove, prima di essere eletto Pontefice, è stato missionario nel vicino Perú». Nel gesto semplice e nelle parole schiette di Quintana c’è l’essenza del significato dello storico passaggio del Giro d’Italia in Vaticano.

Il Papa ha atteso i ciclisti nel largo dei Protomartiri Romani alle 15.30 di domenica 1° giugno. Ha salutato i vincitori delle 4 classifiche: Simon Yates, in maglia rosa trionfatore del Giro; il danese Mads Pedersen (in maglia ciclamino per la classifica a punti); l’italiano Lorenzo Fortunato (con la maglia azzurra del miglior scalatore), e il messicano Isaac Del Toro (in maglia bianca come primo tra i giovani). Presenti gli organizzatori del Giro.

Accanto al Papa, suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano che ha reso possibile, con il Dicastero per la cultura e l’educazione e Athletica Vaticana, lo storico passaggio del Giro d’Italia tra le mura leonine.

La maglia rosa Yates non nasconde i suoi sentimenti: «L’incontro con il Papa — per me è la prima volta — rende la mia vittoria al Giro ancor più significativa per la mia stessa vita. Il Papa ci ha incoraggiati a guardare alle nostre persone non solo come atleti». E oggi Damiano Caruso, 5° in classifica e primo tra gli italiani, torna in Vaticano con la famiglia.

Entrati dal cancello del Petriano, i ciclisti hanno percorso via delle Fondamenta per arrivare nella zona dei Musei Vaticani e, dopo aver pedalato lungo il cosiddetto “percorso mariano”, hanno “accarezzato” la Grotta di Lourdes, passando davanti alla torre di San Giovanni, per scendere nei piazzali della Stazione ferroviaria e di Santa Marta e uscire dalla Porta del Perugino.

In territorio italiano c’è stato il via alla tappa, vinta dall’olandese Olav Kooij. Con la dedica a Daisy, moglie del ciclista Robert Gesink, morta sabato a 39 anni dopo una breve malattia. (giampaolo mattei)