· Città del Vaticano ·

L’impegno delle francescane ancelle della Croce nella città polacca di Laski

Al servizio dei bambini
non vedenti

 Al servizio dei bambini non vedenti  QUO-126
02 giugno 2025

di Tomasz Zielenkiewicz

A Laski, vicino a Varsavia, le suore si dedicano all’istruzione, alla formazione professionale e al sostegno spirituale dei loro assistiti. La congregazione ha 151 suore, 75 delle quali svolgono il loro ministero proprio qui. Le preoccupazioni quotidiane si concentrano sui loro assistiti: bambini ciechi e ipovedenti. Ciò non significa, tuttavia, che non ci sia un ritmo fisso della giornata, colmo di preghiera. L’alba è particolare. «Ognuno di noi recita ogni mattina l’atto del Sacrificio della Croce, una preghiera speciale che ci ricorda l’obbligo di riparare la cecità spirituale delle persone», chiarisce suor Kamila. Alle 6 del mattino le religiose recitano le lodi, alle 6,30 partecipano alla messa. Poi gli altri doveri della giornata e alla sera si recitano i vespri e il rosario comune. Tuttavia le sorelle non sarebbero qui se non fosse per la fondatrice e l’insolito destino della sua vita.

«La beata Elżbieta Róża Czacka è la madre cieca di tutti noi che siamo ciechi», afferma suor Angelica Jose, francescana ancella della Croce. Mi conduce nella “Camera della memoria”, un piccolo museo a Laski. Intorno alle fotografie della famiglia Czacka, oltre ad attrezzature e souvenir, si trova un inginocchiatoio e un velo da suora. È venuto qui anche un gruppo di coreani. La notizia della sua opera si è diffusa in tutto il mondo: «La madre ha mostrato come della sofferenza, della croce, si possa fare una via verso il cielo, e non solo per se stessi ma per molti altri, migliaia di alunni nel corso di questi anni», sottolinea.

Nata nel 1876 a Biała Cerkiew, Róża era perfettamente istruita, conosceva diverse lingue ed era l’erede della tenuta. Quando aveva 18 anni, cadde da cavallo. Il dottor Bolesław Gepner, uno dei medici da cui i suoi genitori la portarono, disse che le sue condizioni erano senza speranza: aveva perso la vista a causa del distacco della retina. Le consigliò d’ora in avanti di prendersi cura dei ciechi. Róża viaggiò per molti anni e studiò su questo tema e poi scelse la vita religiosa. Nel 1917 emise i voti perpetui e un anno dopo fondò la congregazione delle Suore francescane ancelle della Croce. Seguendo il suo cuore, con i suoi fondi, Róża Czacka stabilì un rifugio per i ciechi a Varsavia e in seguito venne fondata l’associazione per la cura dei non vedenti. L’assistenza divenne strutturata e continua ma serviva un luogo più adeguato. Nel 1921 iniziò l’edificazione di una struttura per non vedenti a Laski. Venne costruita una scuola con il corso completo, un orfanotrofio, una biblioteca. Durante i laboratori, i non vedenti acquisivano abilità pratiche.

«Un giorno — riprende suor Angelica — arrivò a Laski, fra i tanti bambini, un ragazzino che piangeva. Questo pianto fu sentito da madre Róża che chiese alla suora di andare a prendere il ragazzo. Si svolse un breve dialogo. “Come ti chiami? Władziu”, rispose. Lo abbracciò e se lo strinse al petto, dicendo: “Władziu sarai felice, anch’io sono felice”. Władziu ha finito l’asilo, la scuola elementare, la scuola professionale. Ricordò a lungo quell’abbraccio e quelle parole: “Mi ha portato Dio. Grazie alla madre, gli alunni sperimentano la presenza di Dio e la grazia della sua misericordia”».

Oggi il centro di Laski è un’opera che le generazioni successive delle Suore francescane ancelle della Croce hanno elevato a un livello ancora più alto. Gestiscono il sostegno allo sviluppo precoce, la scuola materna, la scuola elementare, quella per alunni con disabilità multiple, il liceo, la scuola tecnica di massaggi, la scuola di musica e quella di formazione al lavoro. Qui un bambino cieco ha la possibilità di essere guidato per mano verso l’indipendenza. Il complesso mi è stato mostrato da suor Benita, francescana ancella della Croce, tiflologa. «Quest’opera è di Dio e per Dio. Non c’è altra ragione. “Se si discosta da questa strada, che cessi di esistere”, ci ha detto madre Czacka. Voleva preparare un’élite di ciechi che, accettando la loro situazione, avrebbero testimoniato la superiorità dello spirito sull’aspetto fisico», racconta la religiosa.

I diplomati di Laski sono in aumento. Ogni anno partono da qui circa venti-trenta persone istruite. «Madre Czacka aveva detto che è una disgrazia più grande l’allontanarsi da Dio, che la cecità fisica. Questa è la vera disabilità», ha aggiunto suor Benita. Anche i piccoli ciechi sanno dare grande amore e gioia ai loro genitori e insegnanti: «Suora, oggi è triste, perché ha una voce così triste oggi?», ha chiesto un bambino. Un altro ha augurato che il mio interlocutore vivesse tanti anni quanti Noè e Abramo insieme. Contando per difetto, saranno più di mille. Le suore sono indubbiamente preparate per questo.

#sistersproject