I miracoli della fede

di Rosario Capomasi
Milagros comincia a dare segni di cedimento, infagottata in un marsupio che ritiene troppo stretto. L’aria mattutina riscaldatasi in fretta e l’accalcarsi della gente in una piazza Pia fattasi improvvisamente piccola scatenano nella piccola un’impazienza che sfocia ben presto in lacrime. Ben diverse però da quelle versate due anni fa dai genitori Hernán e Marilena, colombiani di Barranquilla, quando un mese prima del parto il medico disse loro che c’erano poche speranze di tenere in vita la nascitura per complicazioni della gravidanza.
Profondamente devoti, senza lasciarsi prendere dallo scoramento, mamma e papà hanno continuato a pregare davanti all’immagine del Bambino Gesù, il “Divino Niño”, particolarmente venerata a Bogotá. E il miracolo è avvenuto pochi giorni dopo, quando Milagros è venuta al mondo, ricevendo il nome che ne riassume la storia. Anche a lei è dedicato il Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani, giunti ieri a Roma da ogni Continente, in oltre sessantamila, per partecipare all’evento che si conclude domani con la messa di Leone XIV in piazza San Pietro.
Sergio e Pinuccia, coniugi bergamaschi, cercano di ritagliarsi un momento di riposo a bordo di una delle nuove fontane della piazza. L’illusione dura lo spazio di una corsa sfrenata che i 4 nipoti compiono avendo come traguardo l’abbraccio dei nonni. Efrem, 10 anni, Amos e Noemi gemelli di 8, e Isaac, il più piccolo, sono sorvegliati amorevolmente dai genitori Franco e Seblé, originaria dell’Etiopia e adottata in tenera età da Sergio e Pinuccia. «Un atto d’amore fatto tanto tempo fa — racconta l’uomo —, l’averle donato una famiglia, ci ha ripagato nel tempo con altro amore, rappresentato da questi meravigliosi bambini. Non finiremo mai di ringraziare abbastanza il Signore per tanta gioia ricevuta. La nostra presenza in questo pellegrinaggio testimonia appieno la verità del detto “amore chiama amore”».
Lo confermano anche Mathias e Regina, tedeschi ma residenti da tempo a Linz, sposati da 30 anni e giunti a Roma con la figlia Samira e il fidanzato di lei David. «Abbiamo attraversato un brutto periodo una volta scoperto che nostra figlia faceva uso di stupefacenti», spiega con voce sofferta Mathias. «Superato lo shock iniziale, il passo successivo è stato affrontare insieme un percorso curativo che grazie alle strutture di Caritas Austria ha portato a una definitiva guarigione».
Nelle strade intorno a San Pietro tanti anche gli anziani, molti dei quali non autosufficienti che, accompagnati da volontari, dal 4 al 6 giugno prossimi parteciperanno in Vaticano all’incontro annuale organizzato dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, per poi celebrare il 7 e l’8 giugno il Giubileo a essi dedicato.