· Città del Vaticano ·

I partecipanti erano partiti il 22 aprile da Firenze e Rimini

A Roma i camminatori
delle Vie di Francesco

 A Roma i camminatori delle Vie di Francesco  QUO-125
31 maggio 2025

di Paolo Affatato

Creare un piccolo “cammino di Santiago” in Italia: con questa speranza e visionaria ambizione richiamante il celebre percorso spagnolo che termina a Santiago di Compostela, i camminatori delle associazioni delle vie e cammini di Francesco in Italia hanno attraversato prati, boschi e colline del Centro, toccando luoghi francescani densi di spiritualità, per infine giungere a Roma, domani 1° giugno, e varcare la Porta Santa. Si conclude così uno speciale pellegrinaggio giubilare a piedi che ha unito Francesco a Pietro, il santo di Assisi all’apostolo sulla cui tomba sta la chiesa centro della cristianità. E sarà monsignor Agnello Stoia, francescano, parroco della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, a benedire e sigillare tale unione spirituale. Due simboli hanno accompagnato ed espresso questa comunione: il Tau, emblema inconfondibile della spiritualità francescana e della tradizione cristiana, partito con i camminatori da Firenze; e il bordone, il bastone del pellegrino, partito da Rimini, citato da Dante e compagno per eccellenza del cammino verso una meta sacra, simbolo dell’apostolo Pietro e richiamo al pastorale del Papa.

L’esperienza dei camminatori ha preso il via il 22 aprile da due punti: la basilica di Santa Croce a Firenze e la cattedrale di Santa Colomba a Rimini, per fare tappa al santuario della Verna e dirigersi verso la basilica di san Francesco in Assisi. Da lì ha ripreso il sentiero verso Roma attraversando quattro regioni per concludersi nell’abbraccio della basilica vaticana. «Camminare sui sentieri legati a Francesco di Assisi è un’esperienza indescrivibile. Non è semplice trekking nella natura ma molto di più: è un cammino dentro se stessi», racconta a “L’Osservatore Romano” Manuela Di Crescenzo, tra i camminatori che hanno completato il pellegrinaggio giubilare in un itinerario carico di storia e spiritualità. Il percorso rientra tra i sette cammini giubilari indicati dalla Conferenza episcopale italiana, che ispira i pellegrini a seguire le orme del santo patrono d’Italia. L’evento coincide, inoltre, con la celebrazione dell’ottavo centenario del Cantico delle creature, un momento significativo per la riflessione sulla bellezza del creato e sul messaggio di umiltà e fraternità del Poverello.

Il lento pellegrinaggio, che ha attraversato l’Italia per complessivi 653 chilometri, è stato ideato e realizzato grazie all’impegno di quattro associazioni di volontariato: “I cammini di Francesco in Emilia-Romagna”; “I cammini di Francesco in Casentino”; la “Via di Francesco in Umbria – Rete associativa”; la “Rete associativa della Via di Francesco nel Lazio”. «L’iniziativa significa anche tensione verso l’unità», rimarca Andrea Morbidelli, già presidente dell’associazione laziale, mostrando a sera tutta la sua stanchezza dopo la tappa giornaliera di trenta chilometri da Ponticelli Sabino e Monterotondo. I camminatori però non si scoraggiano davanti alle asperità o alla calura: il fine culturale e spirituale è godere della grande bellezza dell’itinerario a piedi legato a san Francesco che collega Rimini, Firenze, Assisi, Rieti e Roma, in quella che, appunto, potrà diventare, grazie al contributo di centinaia di volontari che se ne prendono cura, “ll cammino di Santiago del bel Paese”.

Il pellegrinaggio, riferiscono i partecipanti, ha coinvolto un centinaio di volontari e attraversato luoghi fondamentali della storia di san Francesco: in Toscana il percorso si è snodato lungo il Parco nazionale delle Foreste casentinesi, toccando l’eremo di Camaldoli fino a raggiungere il santuario della Verna, dove il gruppo ha ricevuto la benedizione del padre guardiano. In Emilia-Romagna ha attraversato la Valmarecchia e l’Appennino, con soste nei principali luoghi francescani. In Umbria il percorso è proseguito verso l’alta valle del Tevere, passando per Gubbio e giungendo ad Assisi, dove credenti e non credenti hanno sostato alla tomba di san Francesco. Da Assisi si è scesi attraverso le colline di Spoleto, lungo il fiume Nera, per addentrarsi nel Lazio, toccando la valle santa di Rieti e la Sabina, prima di giungere nella capitale.

«Il cammino è incontro. Il pellegrinaggio ha offerto l’occasione per rafforzare il legame tra fede, cultura e comunità, favorendo momenti di condivisione», aggiunge Morbidelli. In ogni tappa i volontari hanno incontrato le comunità locali, i rappresentanti delle diocesi, le parrocchie e i sindaci. L’impegno delle associazioni intende «valorizzare la memoria e l’eredità francescana, promuovendo nel contempo la sostenibilità ambientale e culturale lungo tutto l’itinerario del Centro Italia», conclude. Il prezioso patrimonio è oggi tutelato dalle quattro associazioni che si dedicano da anni, a titolo gratuito, alla cura dell’intero percorso: un’opera meritoria che unisce ogni giorno fede, cultura, accoglienza, spiritualità.