«Le Farfalle della Giudecca» rinascita e dignità

Solidarietà, sorellanza, riappropriazione della dignità e, soprattutto, speranza sono valori che possono riaccendersi anche in un carcere. Lo dimostra un documentario istruttivo e coinvolgente, intitolato Le Farfalle della Giudecca e ambientato nella Casa di reclusione femminile di Venezia, fondata nel XII secolo come monastero-ospizio per prostitute redente e oggi scenario di un importante progetto di recupero. Filmate dall’autrice e produttrice Rosa Galantino con il regista Luigi Ceccarelli, protagoniste sono le detenute di ogni età e provenienza che, già impegnate in lavori diversi (lavanderia, stireria, cosmetica, cereria artistica, orto), in occasione della BiennaleArte 2024 hanno fatto da guida ai visitatori al Padiglione della Santa Sede allestito proprio dentro il penitenziario. Con la benedizione di Papa Francesco, accolto nella struttura il 28 aprile 2024.
Colpiscono i volti, le parole, le storie delle donne che, mentre scontano la rispettiva pena, nel lavoro trovano una seconda opportunità e riescono ad immaginare un futuro al di là delle sbarre. Galantino ha scoperto all’interno della Giudecca una vera e propria factory che è strettamente legata alla città di Venezia perché ha come clienti alberghi di lusso, ristoranti, botteghe. «Il carcere è una realtà problematica ma si può raccontarla anche in modo diverso, cioè alla luce della speranza», spiega la regista che ha dato voce alle detenute-lavoratrici. Monia, ormai in semilibertà, dice che «il lavoro è dignità e mi ha aiutata ad andare avanti», l’africana Fauta parla di “percorso difficile” all’interno del carcere dove convivono etnie diverse e si vive in sei in una cella, Rosaria riflette sul fatto che «quando sei dentro impari ad apprezzare la libertà» e non manca Paola che, con i suoi 68 anni, è considerata la “senatrice” del gruppo. C’è chi sogna, una volta fuori, di aprire “un negozietto”, qualcuna vorrebbe accudire la mamma, qualcun'altra occuparsi dei propri figli. Toccante la scena in cui, per Natale, quattro detenute vengono portate a mangiare in un ristorante: la direttrice dalla struttura, Mariagrazia Felicita Bregoli, crede fermamente nella “rieducazione” prevista dalla Costituzione italiana. E il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia, parla di “ricostruzione”. Il mondo è dominato da egoismo e pregiudizi, compresi quelli che hanno portato tante donne in carcere: Le Farfalle della Giudecca dimostra che il lavoro può aiutare a superarli. Nel luogo meno libero del mondo, è una scelta di libertà. Un atto di emancipazione.
di Gloria Satta